La pasta alla Norma è un piatto a base di pasta, solitamente maccheroni, condita con pomodoro e con l’aggiunta successiva di melanzane fritte, ricotta salata e basilico. La pasta alla Norma è una ricetta originaria della città di Catania.
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Riempite di acqua una pentola capiente con 1/2 cucchiaio di sale grosso e portate ad ebollizione.
Tagliate la melanzana a fette spesse 1 cm e disponete a strati uno scolapasta cospargerndole di sale. Lasciatele riposare 1 ora, coperte da un piatto con un peso sopra, a spurgare l’acuq aid vegetazione.
Pelate i pomodoti eliminando i semi.
In una casseruola con 2-3 cucchiai di olio fate imbiondire l’aglio. Aggiungete i pomodori e metà foglie di basilico. Salate e cuocete 15 minuti circa. Passateli nel passaverdura e conservate la salsa a parte.
Risciaquate le fette di melanzana e fatele asciugare bene con un telo da cucina. Friggettele in abbondante olio 10 minuti circa e quando sono dorate, scolatele dell’unto in eccesso disponendole su un piatto rivestito con carta assorbente. Lasciatele raffreddare qualche istante, poi tagliatetele e unire nella padella con la salsa di pomodoro.
Conservate a parte 4 fette intere per la guarnizione dei singoli piatti.
Lessate al dente la pasta, scolatela, riversatela in padella e ripassatela pochi istnati in modo che prenda bene il sugo.
Versatela poi nei singoli piatti, guarnite con 1 fetta di melanzane e 2 foglie di basilico e cospargete di abbondante vegformaggio (o tofu affumicato) grattuggiato.
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Diversi sono i vini che si possono abbinare a questa pietanza, ma di sicuro per le sue caratteristiche decise, la Falanghina si rivela il vino per eccellenza. Gli aromi caratteristici sono banana e ananas in primo piano, a seguire la mela golden e la pesca bianca.
Si tratta di un vino abbastanza vigoroso di media struttura.Possiede un colore giallo paglierino e ha delle note fruttate come illustrato poc’anzi, con sentori tropicali e buona acidità.
Il vino grazie ai suoi sapori, si presenta elegante, con piacevole freschezza e sapidità finale. E’ consigliabile servire la Falanghina ad una temperatura che oscilla dagli 8° ai 10° al massimo.
Anch’esso di colore giallo paglierino intenso, il Greco di Tufo si sposa molto bene con questa pietanza. Al naso si presenta gradevole e fine, in bocca invece, conferma l’intensità e la lunghezza con il suo sapore prettamente armonico e asciutto. La sua struttura importante consente a questo vino bianco campano di essere altresì invecchiato. Anche l’abbinamento con crostacei e a base di pesce si rivela davvero ottimo.