Protagonista delle feste pasquali, il Vin Santo è una vera eccellenza e simbolo assoluto dell’ospitalità. Scopriamo insieme le caratteristiche di questo vino prezioso!
Utilizzato durante la celebrazione della messa, il Vin Santo prende il nome proprio da questa usanza, ma non mancano le leggende sulle origini del suo nome, come quella che attribuisce a questo vino delle speciali proprietà curative.
Nonostante il Vin Santo toscano sia il più conosciuto, ne esistono tuttavia di vari tipi, emiliani, trentini, umbri e veneti. Vino prezioso, la cui produzione richiede passione, tempo e tanta pazienza, vanta una storia affascinante. Scopriamo tutto su questo vino passito e sulle sue inconfondibili caratteristiche!
Storia del Vin Santo
Sulle origini del nome ruotano alcune leggende, una delle quali narra che nel Trecento un frate francescano guariva gli ammalati con il vino dolce, utilizzato per celebrare la messa. In quel periodo la Peste Nera stava flagellando l’Europa e vedere guarire gli ammalati con quel vino era senza dubbio qualcosa di straordinario.
Da lì si diffuse la convinzione che questo particolare vino avesse proprietà terapeutiche eccezionali, tanto da meritare l’appellativo di “santo”. Invece, un’altra leggenda narra che il cardinale Giovanni Bessarione, durante il concilio di Firenze del 1439, proclamò un vino prodotto a Santorini dicendo “Questo è il vino di Xantos!».
I cardinali confusero il termine santo con la parola Xantos, indicante la piccola isola dell’Egeo, convinti che il cardinale avesse trovato in quel vino delle caratteristiche salvifiche. Quel vino passito da allora si diffuse come il Vin Santo.
Produzione del Vin Santo
Anche il processo di produzione è particolarmente affascinante. Prodotto con uva di tipo Trebbiano e Malvasia, viene scelto il Sangiovese per la tipologia Occhio Di Pernice. Le uve per la produzione del Vin Santo vengono scelte prima della vendemmia, quando le bacche ancora non sono maturate.
Poi vengono fatte appassire su graticci, in luoghi asciutti e ventilati, per almeno 3 mesi. In questo modo, l’acqua contenuta nei grappoli evapora pian piano e lo zucchero si concentra meglio. Alla fine di questo processo, gli acini appassiti vengono pigiati e pressati per estrarre il mosto.
Il mosto ottenuto viene fatto invecchiare nei Caratelli, ovvero delle piccole botti di legno di rovere o castagno, dove rimane almeno per tre anni. Trascorso il tempo, diventa più concentrato, morbido e ricco di aroma.
Quali sono le caratteristiche del Vin Santo
Le caratteristiche di questo vino sono tantissime e tutte lo rendono unico e inconfondibile. Il vino presenta un colore ambrato, aromi persistenti e intensi di pesche sciroppate, albicocca secca, amaretti, mandorle, miele, uva passa.
Ha un gusto molto dolce, ma il Vin Santo di qualità migliore conserva la giusta dose di acidità, caratteristica che assicura un equilibrio perfetto. I caratelli a volte non vengono riempiti del tutto e viene lasciato uno spazio vuoto piccolo per permettere il contatto con l’ossigeno al vino.
Al palato risulta amabile, sempre morbido, vellutato e rotondo. Leggermente diversa è la versione Occhio di Pernice, un Vin Santo che si presenta con un colore più scuro e più denso, e aromi di datteri, uva passa, prugne secche, erbe balsamiche, miele di castagno, propoli e spezie dolci.
Per degustarlo al meglio, immancabile è inzuppare questa squisita bevanda nei biscotti con cui si sposa secondo la tradizione, ovvero i Cantucci!