Perché le feste natalizie siano davvero tali, a tavola, al termine di lauti e pantagruelici pranzi e cenoni, non deve mai mancare uno dei dolci tipici per antonomasia: il panettone.
Ma qual è la storia di questa delizia di origine milanese che il 25 dicembre troneggia sulle tavole italiane?
Nonostante le numerose leggende che circolano, gli storici e gli studiosi di storia della cultura italiana sono sempre più concordi nel credere che il dolce natalizio trovi la sua origine più remota nel pane.
Autorevoli fonti, infatti, narrano che a Milano si usava preparare, per le feste natalizie, tre pani grandi, diversi da quelli che si mangiavano durante il resto dell’anno. Questi pani, che venivano via via arricchiti con tutti gli ingredienti che oggi sono considerati tipici, si trasformò nell’amatissimo panettone.
Sul panettone non esiste solo una leggenda ma ne esistono diverse e qui ve ne raccontiamo quattro, scegliete quella che vi più vi piace, ma se ne avete altre scrivetecela nei commenti che la aggiungiamo volentieri.
Molteplici sono le leggende che ruotano attorno alla nascita del buonissimo dolce.
Tra queste, quella che vede il nome “panettone” derivare da “pane di Toni”. Toni, ritenuto il suo inventore, era un garzone di cucina della corte di Ludovico il Moro.
Nel corso di un banchetto offerto dal Duca in occasione del Natale, era stata predisposta la preparazione di un dolce particolare. Purtroppo, durante la cottura, questo pane a cupola contenente acini d’uva si bruciò, gettando il cuoco nella disperazione. Fra imprecazioni e urla, si levò la voce di uno sguattero, che si chiamava Toni, il quale consigliò di servire lo stesso il dolce, giustificandolo come una specialità con la crosta. Quando la ricetta inconsueta venne presentata agli invitati fu accolta da fragorosi applausi, e dopo l’assaggio un coro di lodi si levò da tutta la tavolata: era nato il “pan del Toni”.
Un’altra versione, ambientata a fine ‘400, narra di Ughetto figlio del condottiero Giacometto degli Atellani, che si innamorò della bella e giovane Adalgisa. Per star vicino alla sua amata egli s’improvvisò pasticcere come il padre di lei, tal Toni, creando un pane ricco, aggiungendo alla farina e al lievito, burro, uova, zucchero, cedro e aranci canditi.
Erano i tempi di Ludovico il Moro, e la moglie duchessa Beatrice – vista questa grande passione del giovane – aiutata dai padri Domenicani e da Leonardo da Vinci, si impegnò a convincere Giacometto degli Atellani a far sposare il figlio con la popolana. Il dolce, frutto di tale amore, divenne un successo senza precedenti, e la gente venne da ogni contrada per comprare e gustare il “Pan del Ton”.
Una leggenda fiabesca, invece, attribuisce l’invenzione del dolce ad Ughetta, monaca in un convento molto povero che, per celebrare il Natale insieme alle sue sorelle, aggiunse all’impasto di pane un po’ di zucchero, burro, canditi e uvetta (“ughett”, in milanese), tracciando con il coltello una croce sulla sommità del dolce in segno di benedizione.
Qualunque sia la verità sulle sue origini, una cosa è certa: una fetta di panettone a Natale non la disdegna nessuno, che sia il classico con canditi e uvetta, senza canditi o ancora farcito con creme varie come si trova oggi! A voi la scelta e buon brindisi natalizio a tutti!
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