L’olio extravergine d’oliva è un’eccellenza della cucina italiana e della nostra dieta mediterranea. Come si fa a capire se è ancora buono: il colore è davvero una discriminante?
L’olio di oliva è un prodotto tipico della tradizione mediterranea: apprezzato e amato in tutto il mondo, è l’olio alimentare per eccellenza, il più salutare, che usiamo per condire cene, contorni e altri piatti da noi amati.
Con la dicitura extravergine si identifica in particolare l’olio di oliva ottenuto tramite estrazione esclusiva con metodi meccanici: è proprio una normativa europea ad aver stabilito gli standard qualitativi minimi che deve avere l’olio per essere etichettato in questa modo. In Italia esiste addirittura una “Carta d’identità dell’olio extravergine d’oliva”.
Come riconoscere un olio di qualità? Il colore è davvero una discriminante valida o bisognerebbe considerare altri fattori? Adesso andiamo a vedere un po’ in che modo possiamo davvero distinguere un olio extravergine di oliva degno di essere chiamato tale.
Come capire se l’olio extravergine di oliva è ancora buono
Partiamo da quello che sembra essere il fattore più evidente ed efficace per individuare se l’olio che stiamo consumando è di buona qualità: il colore. In molti pensano che una determinata colorazione possa essere l’indice di un olio andato a male o comunque quasi addirittura da buttare.
Diciamo che se si tratta di un olio per il quale non sono presenti contraffazioni il colore ci offre giusto un’indicazione sommaria dello stato di maturità delle olive al momento della spremitura. Il verde ci dice che quelle olive erano poco mature, mentre il giallo indica un olio di alta qualità, nato da olive giunte al perfetto punto di maturazione.
È il giallo sbiadito che deve farci preoccupare: in quel caso vuol dire che sono state usate delle olive di scarsa qualità o troppo mature. Oltre a questo, se vogliamo contare sempre sull’aspetto visivo, se il liquido non ha densità vuol dire che potrebbe trattarsi di un olio vecchio e alterato. Si può ancora consumare, ma è chiaro che avrà già perso le sue migliori qualità.
Il colore dell’olio è comunque il metodo utilizzato dai meno esperti e quello più soggetto all’errore: anche perché per una corretta conservazione andrebbero sfruttate delle bottiglie di vetro di colore scuro, come quelle che si vedono anche nei supermercati per l’olio extravergine di oliva di migliore qualità, per proteggerlo dalla luce.
I migliori parametri da considerare sono quelli del sapore, che deve essere un poco piccante e anche dal retrogusto leggermente amaro, e dell’olfatto: dovremmo sentire odore di erba fresca e naturalmente quello delle olive. Un olio vecchio o contraffatto non avrà per nulla odore, mentre uno che odora di chiuso indicherà un liquido ormai in pessimo stato.