L’olio di semi è un condimento molto importante in cucina. Ecco qual è la tipologia migliore da scegliere.
L’olio di semi è di sicuro un condimento molto utile in cucina. Non sempre però si ha idea di quale sia il più adatto.
Gli alimenti di prima necessità
In questo momento storico, caratterizzato da una forte crisi economica, persino recarsi al supermercato è diventato piuttosto oneroso.
In effetti, come sappiamo, i prezzi di svariati prodotti, anche quelli di prima necessità, riportano dei costi molto più alti di quelli che si potevano riscontrare in precedenza.
Ciò proprio per il fatto che si sono susseguite diverse cause che hanno, in maniera inevitabile, portato alla situazione in cui ci troviamo al giorno d’oggi.
Insomma, soltanto per menzionarne un paio, possiamo ricordare la pandemia, che forse ce la siamo lasciati alle spalle di recente, e il conflitto bellico tra Russia e Ucraina.
Come si ricordava, dunque, il carrello della spesa degli italiani è diventato di certo meno ricco, visto che, tra le altre cose, bisogna persino fare i conti con l’inflazione e l’abbassamento del potere d’acquisto.
Tuttavia, ci sono alcuni alimenti che, volenti o nolenti, dobbiamo, per forza di cose, acquistare, poiché sono necessari per cucinare perlomeno un piatto semplice.
A questo punto, quindi, possiamo ricordare le uova, la farina, il sale, lo zucchero, e altro ancora. Di certo, inoltre, dobbiamo preoccuparci di avere nella nostra dispensa anche tutto ciò che ci può servire per il condimento.
Così, è nostra premura segnare sulla lista anche qualche spezia, l’aceto, l’olio di oliva e l’olio di semi che, in genere, ci serve quando dobbiamo effettuare una frittura.
Il migliore olio di semi
In questo caso, comunque, sugli scaffali dei negozi troviamo di sicuro una vasta scelta che, se da un lato è un bene, dall’altro potrebbe anche essere considerata alla stregua di un dubbio amletico.
Insomma, decidere quale olio di semi sia meglio acquistare non è sempre cosa facile. Anzi, al contrario, si tratta anche questo di un problema di non poco conto, se, per l’appunto, non si ha nessuna nozione, in merito.
Così, a quanto pare, sarebbe proprio il caso di chiedere un parere a un esperto e farsi consigliare nel modo giusto.
A tal proposito, perciò, può darci una mano il fisiologo della nutrizione Enzo Spisni, il quale ha sottolineato due aspetti fondamentali.
Anzitutto, infatti, bisogna considerare il punto di fumo, cioè, per la precisione, la temperatura in cui l’olio comincia a degradarsi, e la quantità di acidi grassi polinsaturi.
Il punto di fumo deve risultare alto, e, invece, gli acidi grassi dovrebbero esserci in piccole percentuali, poiché possono formare i perossidi tossici.
Spisni ha continuato, dicendo che, a suo avviso, sarebbe meglio scegliere un olio semplice, e, quindi, non costituito da un mix di oli prodotti con semi diversi.
Così, l’olio di semi che bisognerebbe utilizzare quando si è davanti ai fornelli è, in primis, il girasole alto oleico, cioè un acido grasso monoinsaturo dalle caratteristiche interessanti.
Da questo punto di vista, inoltre, una buona scelta è anche l’olio di semi di arachidi che possiede una percentuale di acido oleico di circa il 50 per cento e una percentuale di polinsaturi intorno al 30 per cento.