Avete mai provato i famosi spaghetti cinesi chiamati noodles? Oggi vi racconteremo tutti i segreti, i dettagli e le curiosità su questo celebre piatto della cucina orientale così amato in Italia. Spesso definiti spaghetti orientali, in realtà presentano significative differenze con il famoso formato di pasta made in Italy.
Sicuramente li avete visti già dai bambini nei cartoni animati o negli anime, ma oggi i noodles sono praticamente ovunque: li troviamo non solo nella cucina cinese, ma anche in quella giapponese, thailandese, vietnamita, coreana e filippina e persino nei supermercati italiani in versione box a cottura istantanea.
Che cosa i noodles?
Se non li avete mai assaggiati, non sapete cosa vi perdete! I noodles sono nati in Cina circa 4000 anni fa. Secondo gli studiosi, l’invenzione di questo celebre piatto della cucina orientale è da attribuire alla dinastia Han o Zhou. In origine erano fatti con il miglio.
Solo 1300 anni dopo si diffusero dalla Cina nel resto d’Oriente e di lì poi in Europa e nel resto del mondo. Nacquero diverse varianti: spaghetti più larghi come gli udon giapponesi o spaghetti sottilissimi come i mian o ancora i pho vietnamiti (noodles di riso con brodo e spezie) e i jajangmyeon coreani.
Oggi esistono anche i noodles istantanei: un bicchiere contenente noodles, spezie e condimento. Questo piatto è pronto in 2 minuti: basta reidratare i noodles aggiungendo acqua bollente e il gioco è fatto.
Spaghetti orientali e spaghetti italiani: qual è la differenza?
A differenza degli spaghetti italiani che sono fatti di farina di grano duro e subiscono un processo di trafilazione, gli spaghetti orientali sono realizzati con acqua, uova e farina di riso (si possono usare anche farine diverse come farina di soia, di mais, di patata dolce e di grano saraceno). Non vengono trafilati, ma tagliati dalla sfoglia. La cottura varia a seconda del tipo di noodle: solitamente sono cucinati in acqua bollente in 2 minuti, ma possono essere anche fritti o saltati in padella o cucinati in brodo.
Si sposano bene sia con la carne che con il pesce, ma non mancano versioni solo a base di verdure.
I noodles giapponesi
Gli spaghetti orientali divennero un piatto cardine della cucina giapponese durante la seconda guerra mondiale. Ne esistono cinque tipi:
- udon;
- soba;
- somen;
- ramen;
- shirataki.
Gli udon sono spaghetti di farina di grano tenero dalla consistenza un po’ gommosa e dallo spessore maggiore rispetto ai soba o agli tipi di spaghetti orientali. Si mangiano sia caldi che freddi e possono essere conditi nei più svariati modi.
I soba sono gli spaghetti orientali più amati dagli Italiani e sono fatti di grano saraceno. Il colore è marroncino e possono essere conditi solo con verdure o con carne e verdure. C’è anche una variante dei soba in zuppa.
I ramen sono fatti con farina di frumento e uovo e possono essere conditi con carne o con pesce.
Gli shirataki sono noodles sottili fatti con la pianta di Konjac.
Una piccola curiosità: ai noodles istantanei è stato dedicato un museo. Si trova in Giappone ad Osaka e si chiama Cupnoodles Museum.