Questo pesce è ricco di metalli nocivi e lo compriamo spesso al supermercato, forse senza saperlo. Ecco perché sono considerati pesci da evitare e vediamo quali sono.
Alcuni alimenti possono essere contaminati dall’inquinamento atmosferico o batteriologico, diventando pericolosi per la salute dal punto di vista microbiologico, stiamo parlando di alcuni tipi di pesce al supermercato. Il più pericoloso è risultato essere quello di origine spagnola, che contiene livelli tossici di mercurio.
Alcune tipologie di pesce francese, invece, possono contenere parassiti come l’anisakis, che può causare dolori addominali, vomito, nausea e diarrea. Per eliminare le larve di anisakis, è necessario cuocere il pesce a 60°C per almeno dieci minuti o congelarlo, vediamo ora delle cozze, o mitili, che provengono dalla Spagna e che spesso vengono consumate.
Cozze e pesce Pangasio – questo pesce è ricco di metalli nocivi
Alcuni tipi di cosse provenienti dalla Spagna spesso sono contaminati dall’escherichia coli, un batterio intestinale che nel 2011 causò una grave infezione in Germania a causa di una mutazione genetica. Inoltre, è importante prestare attenzione al pesce Pangasio, importato dal Sud est Asiatico e spesso venduto nei discount surgelati. Questo pesce, il cui costo è molto inferiore al merluzzo, può rappresentare un possibile rischio per la nostra salute.
Bisogna fare attenzione anche ad alcuni dei prodotti che provengono dal Vietnam poiché contengono metalli pesanti e sono considerati alimenti da evitare.
Anche il tonno rosso, i gamberi tropicali, il salmone d’allevamento e selvatico (dall’Atlantico), il pesce spada, il merluzzo nordico, gli squali e le razze dovrebbero essere evitati, poiché la loro pesca o allevamento, come avviene attualmente, sono invece pericolosi per l’ambiente. Purtroppo, il pesce spada, il tonno, i gamberi, i calamari, le seppie e persino il pesce persico proveniente dall’Africa vengono ancora utilizzati in gran quantità.
I pesci che vivono a lungo nella loro vita accumulano molti metalli pesanti nei loro tessuti, che poi ingeriamo. È meglio scegliere specie di pesci con un ciclo vitale più breve, in cui non hanno il tempo di accumulare questi metalli.
Ci sono tre buoni motivi per scegliere questi tipi di pesci: primo, vivono meno, quindi non riescono ad accumulare molti metalli pesanti; secondo, sono più economici, il che fa piacere nel periodo di crisi economica; terzo, sono meno inclini all’estinzione se vengono pescati in quantità sostenibili.
Altri batteri presenti nei prodotti ittici
I batteri che possono essere presenti nei prodotti ittici variano a seconda delle condizioni di conservazione e della provenienza del prodotto. Alcuni dei batteri più comuni nei prodotti ittici includono:
- Vibrio parahaemolyticus: un batterio che causa diarrea, crampi addominali e nausea. Si trova spesso in gamberi, granchi e molluschi.
- Listeria monocytogenes: un batterio che può causare infezioni alimentari gravi, specialmente nelle donne in gravidanza, negli anziani e nelle persone con un sistema immunitario compromesso. Si trova spesso in salmone e tonno.
- Salmonella: un batterio che può causare infezioni alimentari, generalmente associato al consumo di prodotti ittici contaminati.
Per prevenire la contaminazione da batteri nei prodotti ittici, è importante conservare correttamente il pesce (a temperature fredde, tra i -1 e i +4 gradi Celsius), cuocerlo bene, lavare accuratamente gli utensili e le superfici che entrano in contatto con il pesce crudo e lavarsi sempre le mani prima e dopo la manipolazione del pesce.