Le noci pesche, oltre agli altri tipi, in estate rappresentano la frutta più ricercata: hanno un profumo che ricorda quello dei fiori, la buccia liscia e tante virtù nutritive.
Le pesche noci vengono chiamate anche chiamate nettarine.
Noci pesche, perché si chiamano in questo modo
La pesca noce o nettarina è un frutto ricco di acqua e poco calorico, fresco e ideale come spuntino in ogni momento della giornata. A seconda della varietà e della morbidezza, è facile da portare in borsa per mangiare ovunque, poiché può essere mangiato con la buccia a morsi, proprio come se fosse una mela.
Il loro consumo in cucina è lo stesso delle pesche, quindi possono essere utilizzate per dolci, conserve, marmellate o sciroppate. Con crema di formaggio, trasformati in mousse o congelati e tritati per fare un gelato veloce, sono anche opzioni facili da preparare che aggiungono varietà a dessert e snack sani e leggeri.
Per quanto riguarda la singolarità del nome, non bisogna ritenere che questo termine sia dovuto a un qualche tipo di incrocio o a un innesto: in realtà, la provenienza di questo singolare nome del frutto è assai più semplice e immediata. Il frutto è chiamato in questo modo in quanto ha una pelle liscia e lucida che ricorda un po’ il guscio di una noce.
Origini del frutto
Le origini di questo frutto si trovano in Cina, anche se già in epoca romana poteva essere introdotto in Italia dalla Persia. Del resto, lo stesso nome latino è “persica“, in seguito trasformato in italiano in “pesca”, nonostante in diversi linguaggi dialettali molti meridionali si sia continuata a conservare l’antica terminologia.
Ad aggiungere il suffisso “noce” è la tipologia della sua buccia: questo tipo di pesca, non presenta la pelosità classica della pesca e per questo motivo assomiglia alla buccia di una noce.
La frutta non ha peli, che sono in realtà chiamati tricomi, in quanto ha un gene decisamente singolare (PpeMYB25). La presenza di tale gene impedisce la generazione di peli e contribuisce a rendere la nettarina così speciale.
Individuare il perché le nettarine siano sprovviste di peli è risultato più complicato di quanto si possa pensare. Diversi studiosi nel mondo cercato di comprendere un simile fenomeno, ma sono gli italiani che ci sono riusciti.
Sono stati i ricercatori del CRA di Roma, dal Parco Tecnologico Padano di Lodi e dall’Università Statale di Milano che qualche anno fa ha scoperto il gene responsabile.
Si è trattato di una conquista: l’Italia è il secondo produttore mondiale di pesche nettarine dopo la Cina, anche se per svariati secoli si è lavorato a tentoni. I coltivatori hanno messo a dimora i noccioli per dare il via a nuove colture, tuttavia con gli altri semi c’è stata confusione.
A seguito di questa scoperta, gli agricoltori possono sequenziare le pesche in maniera decisamente più accurata a partire dai geni, semplificando così il loro lavoro e ponendo in tal modo la base per un sensibile incremento della produzione, sia qualitativamente che quantitativamente.