Le profondità marine sono un mistero per molti di noi, ma ciò che si nasconde al di sotto della superficie potrebbe sorprendervi. C’è ciò che rimane del passato del nostro pianeta. Vediamo cosa hanno scoperto nella profondità oscura del fondale marino.
Scopriremo come l’Antartide sta rivelando i segreti delle gigantesche frane avvenute milioni di anni fa e come questi eventi naturali potrebbero causare tsunami devastanti nel futuro prossimo. Preparatevi a immergervi in un’avventura sottomarina senza precedenti.
Il mare è un tesoro di meraviglie nascoste, un mondo sconosciuto per la maggior parte delle persone. Tuttavia, con l’avanzare della tecnologia e l’esplorazione dei fondali marini, nuove scoperte emozionanti vengono alla luce. L’oceano copre circa il 70% della superficie terrestre e ospita una varietà incredibile di forme di vita che ancora non conosciamo completamente.
Negli ultimi decenni, gli scienziati hanno fatto grandi progressi nell’esplorazione dei fondali marini grazie all’utilizzo di robot subacquei e altre tecnologie innovative. Ciò ha permesso loro di fare importanti scoperte archeologiche ed ecologiche che ci aiutano a comprendere meglio la storia del nostro pianeta e come mantenerlo in equilibrio.
Molte domande rimangono senza risposta sui segreti celati negli abissi del fondo oceanico, quali sono le creature più strane? Quanto è grande il polpo gigante? Qual è il mistero degli UFO sommersi? Ma questa risalente a pochi giorni fa
rivela qualcosa in più sulle profondità misteriose del nostro pianeta blu. Cosa hanno scoperto nella profondità oscura del fondale marino? Cerchiamo di capire di cosa si tratta.
L’oscurità dei fondali marini
Le profondità del fondale marino sono un luogo misterioso ed enigmatico, dove la luce solare non riesce a penetrare. L’oscurità è assoluta e solo poche specie di organismi viventi sono in grado di sopravvivere in queste condizioni estreme.
La mancanza di luce rende difficile lo studio dei fondali marini, ma allo stesso tempo li protegge dalla contaminazione umana. Questo ambiente ha conservato intatte numerose tracce della storia geologica della Terra, che altrimenti sarebbero andate perse.
Gli scienziati stanno continuamente scoprendo nuove specie animali e vegetali nelle profondità marine, spesso con caratteristiche strane e sorprendenti. La maggior parte delle creature che abitano questi ambienti hanno sviluppato adattamenti specializzati per la vita nell’oscurità totale. Ma la recente scoperta non ha nulla a che fare con questo, si parla di tutt’altro che potrebbe avere effetti catastrofici sul nostro pianeta.
Il team di ricerca internazionale composta dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e dall’Università britannica, ha fatto pubblicare la scoperta sulla nota rivista Nature Communications. E parla di alcuni accumuli di alghe fossilizzate che si sono formate a migliaia di metri nella profondità oscura del fondale marino.
Le cause principali di questi sedimenti, sono dovuti all’innalzamento delle temperature di circa tre gradi che ci sono state in passato rispetto ad oggi nell’Antartide.
Cosa è stato scoperto nella profondità oscura del fondale marino
La scoperta dei resti di creature marine risalenti a milioni di anni fa nei fondali marini è una testimonianza della vita che esisteva nel nostro pianeta molto tempo prima dell’era moderna. Queste creature hanno lasciato tracce indelebili nella storia del mondo.
Queste scoperte hanno permesso agli scienziati di ricostruire la storia della vita sulla Terra in modelli dettagliati, aiutando così a comprendere meglio l’evoluzione delle specie animali sul nostro pianeta. Senza queste scoperte saremmo ancora nell’ignoranza circa il passato avvenuto su questa terra miliardi d’anni fa. Molte di queste scoperte hanno anche a che fare con le numerose catastrofi che sono accadute e che posso accadere.
Alcune di queste ricerche effettuate nella profondità oscura dell’ambiente marino da molti scienziati negli ultimi anni, hanno evidenziato come il cambiamento climatico sta influendo in modo negativo sulla Terra.
L’ultima riguarda quella guidata da Jenny Gales di Plymouth, è stato lui con il suo tema a coprire questi sedimenti sul fondale marino dell’Antartide. Questi, secondo ulteriori studi effettuati, si sarebbero creati all’interno di strati più spessi, è questo potrebbe creare una sorta di frantumazione interna, dando inizio a terremoti catastrofici, con la possibilità che possano ripetersi spesso.
“Risale a milioni di anni fa”: la nuova scoperta nella profondità oscura
Durante la spedizione italiana Odyssea del 2017, sono state scoperte frane nel Mare di Ross. Nell’ambito della 374esima spedizione del Programma internazionale di scoperta dell’oceano, tenutasi nel 2018, sono state raccolte carote di sedimenti del fondo marino.
Questo programma, attivo da oltre 50 anni, ha lo scopo di studiare la storia del nostro pianeta analizzando sedimenti e rocce presenti sotto il fondale degli oceani, spiega Laura De Santis dell’Ogs, coautrice dello studio. Durante la spedizione del 2017, a bordo della nave da ricerca Ogs Explora, sono stati raccolti dati geofisici, tra cui mappe del fondo del mare, come descritto da Michele Rebesco, autore della ricerca presso l’Ogs.
Queste ricerche aiuteranno gli scienziati, studiosi e ricercatori di tutto il mondo nel cercare di scoprire tutto quello che la profondità del mare nasconde.
Le catastrofi generate dai mari
I terremoti nei mari sono un fenomeno naturale che può essere altamente distruttivo per la vita marina e umana. Purtroppo, questi eventi sismici non possono essere prevenuti, ma solo studiati e monitorati al fine di ridurre i danni.
L’origine dei terremoti nelle profondità del mare è legata all’attività delle placche tettoniche sulla crosta terrestre. Quando queste placche si muovono o si sfregano l’una contro l’altra, si verifica una grande quantità di energia che viene rilasciata sotto forma di scossa sismica.
La maggior parte dei terremoti marini avviene lungo i margini di queste placche, dove ci sono faglie attive. Tuttavia, anche le aree remote e poco conosciute degli oceani possono subire forti scosse telluriche.
Una volta verificatosi il terremoto sottomarino, esso può provocare uno tsunami che può avere effetti disastrosi sulle zone costiere vicine al punto dell’impatto. Le onde sonore generate dal movimento della terra possono causare lesioni gravi anche ai mammiferi marini come balene e delfini.
Per questo motivo è importante investire nella ricerca scientifica sul tema dei terremoti nei mari ed elaborare piani d’emergenza preparativi nell’eventualità di un evento catastrofico simile a quello del 2004 nel sud-est asiatico quando lo tsunami generato da un forte tremore ha causato circa 230 mila morti in diverse nazioni costiere.