Andiamo alla scoperta della mortandela trentina, che si presenta come una vera e propria delizia unica, tipica della Val di Non: storia e curiosità.
La mortandela trentina è un prodotto unico e pregiato. Questo salume, simbolo della tradizione culinaria della Val di Non, non deve essere confuso con la più famosa mortadella, nonostante vi siano delle somiglianze nel nome. Un prodotto, dunque, che si colloca, nel panorama gastronomico italiano, come una vera e propria eccellenza. Scopriamo, dunque, insieme la storia e qualche curiosità su questo salume dell’Italia del nord.
Mortandela trentina, un salume unico e fuori dal comune
A differenza della maggior parte dei salumi, la mortandela non è insaccata ed assume una forma particolare, grazie al suo rivestimento di farina di grano saraceno.
Tale tecnica di produzione, abbinata alla selezione accurata delle carni e all’attuazione di una ricetta tramandata di generazione in generazione, ha permesso a tale prodotto di ottenere vari riconoscimenti, tra cui l’inserimento nei presidi Slow Food.Anche se, in passato, è stata oggetto di controversie legate alla provenienza degli ingredienti, la mortandela ha mantenuto il suo status di eccellenza, anche grazie alla passione e all’impegno dei produttori locali.
Le origini e la tradizione
La mortandela si collega alla cultura e alla storia della Val di Non. Preparata – di solito – con carne suina di alta qualità – come, ad esempio, la pancetta, la spalla e la gola – e, a volte, arricchita da cuore e polmoni, la mortandela era – agli inizi – prodotta in occasione delle festività e, inoltre, per utilizzare parti del maiale non impiegate in cucina.
La sua produzione, molto legata al territorio e alle sue risorse, ha risentito delle fluttuazioni economiche e delle tendenze agricole, anche se, negli ultimi anni, ha avuto una rinascita, grazie all’impegno di pochi produttori del posto che ne conservano la ricetta.
Il processo artigianale di produzione
La produzione della mortandela è ancora messa in atto seguendo le metodologie artigianali: il processo, infatti, prevede la selezione manuale delle carni e l’impiego di spezie secondo quanto prevede la tradizione.
Le carni sono impastate a mano, al fine di formare polpette che sono, poi, avvolte nella farina di grano saraceno. Il processo si conclude con l’affumicatura in grotte naturali e con una fase di stagionatura che – nei fatti – esalta i sapori e la texture di questo salume.
Come si usa in cucina la mortandela trentina
La mortandela può essere utilizzata i molti modi in cucina: può essere, infatti, assaggiata cruda, inserita in taglieri di antipasti o, in alternativa, mangiata dopo la cottura. Inoltre, può essere abbinata a ingredienti tipici della cucina trentina o introdotta in varie ricette.
Può essere, poi, accompagnata con vini locali che ne esaltano ulteriormente il gusto, in modo da creare abbinamenti perfetti per ogni occasione.
Fonte foto interne e in evidenza [fpatrento.it].