Arroccato su un isolotto di fronte alla costa normanna, sospeso tra terra e mare a causa delle maree, Mont-Saint-Michel con la sua Abbazia Benedettina, ha incarnato la tensione religiosa dell’Alto Medioevo.
Le sue profonde radici spirituali si sono conservate fino ad oggi passando attraverso il turbine di dieci secoli di storia. Mille anni che hanno lasciato traccia nel complesso monastico visibile ai giorni nostri, frutto di successive integrazioni architettoniche, variazioni d’uso e recenti ristrutturazioni.
Mont–Saint–Michel e la sua Baia fanno parte dal 1979 come Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Saint-Michel: storia e leggenda vivente
Storia e leggenda si intrecciano nella descrizione delle origini di Mont Saint-Michel, questo isolotto granitico con un diametro di poco più di 950 metri. Nonostante sia stato eretto sotto la forte tensione religiosa dell’Alto Medioevo e non abbia mai perso il suo carattere spirituale, questo è stato lo scenario privilegiato di buona parte degli avvenimenti e delle drammatiche vicende storiche che hanno lacerato la Francia per più di 500 anni.
Mezzo secolo dopo, Hildebert I eresse una gigantesca croce sulle sabbia mobili che circondano Saint-Michel, a metà strada tra l’abbazia e Punta Mouet. Poggiata su un basamento di 4 mq, la croce sprofondò progressivamente fino a sparire completamente; la sua sagoma fantasmagorica, descritta magistralmente dalla penna di Victor Hugo, riapparve parzialmente per l’ultima volta nel 1868, durante una forte marea equinoziale.
I lavori per la realizzazione dell’attuale abbazia romanica iniziarono nel 1017, sotto la direzione dell’architetto Ranulphe de Bayeux. Della costruzione iniziale resta soltanto il lato meridionale, poiché il settore settentrionale è stato ricostruito dopo il crollo del 1103. Incendi successivi e ricostruzioni posteriori conferiscono alla chiesa uno stile originale, che unisce armoniosamente elementi architettonici appartenenti a epoche diverse: la base è dell’XI secolo, le navate laterali sono coperte da una volta costruita un secolo più tardi, mentre il coro e la guglia appartengono al tardo gotico. Quest’ultima culmina maestosamente nel suoi 117 metri sul livello dell’acqua e della sabbia circostanti.
L’abbazia visse un periodo d’oro sotto la guida di Robert de Torigny, tra il 1154 e il 1186. Saggio ed erudito, l’abate seppe risvegliare tra i suoi confratelli l’amore per le lettere e, in particolare, per l’arte della miniatura.
Guy de Thomas assediò Saint-Michel nel 1204. Benché la fortezza fosse rimasta inespugnata, nella loro ritirata, i Bretoni incendiarono il villaggio che circondava l’Abbazia, che risultò gravemente danneggiata.
In una nuova ricostruzione, tra il 1203 e il 1228, fu eretto l’elemento più rappresentativo di Saint-Michel: la Meraviglia, la parte gotica dell’abbazia. Essa si compone di due ali, entrambe sostenute da possenti contrafforti, fondati nella viva roccia, che raggiungono i 32 metri di altezza.
Come gli altri edifici gotici della stessa epoca, la luce viene trattata come se fosse un elemento vivo, suscettibile di mutamenti.
Nel 1316 gli eserciti inglesi occuparono Tombelaine, creando una piazzaforte che minacciava l’integrità di Saint-Michel, fedele alla Corona Francese. Dopo una tregua di 70 anni, le ostilità ripresero e Robert Jolivet si sforzò di preparare la città allo stato di assedio, aumentandone le difese e facendo costruire un’immensa cisterna d’acqua potabile.
Robert Jolivet, credendo perduta la causa francese, si schierò con gli inglesi e divenne amico e consigliere per la Normandia del re d’Inghilterra. Louis d’Estaville prese in mano la situazione e, per sette lunghi anni, monaci e cavalieri resistettero all’assedio inglese, durante il quale il coro della chiesa crollò sotto il fuoco dell’artiglieria nemica.
Decadenza dell’abbazia di Mont Saint Michel
Agli inizi del XVII secolo, il cardinale di Béville decise di introdurre nell’abbazia la riforma di San Mauro. I nuovi frati abbandonarono il dormitorio e spostarono le celle del refettorio, dividendo la sala in due parti e introducendo altre alterazioni strutturali poco felici. Inoltre, nel 1780 la facciata romanica, che minacciava di cadere, fu demolita e sostituita dal modesto portale neoclassico che è possibile vedere nella piattaforma occidentale.
Una volta esaurite le riserve spirituali e materiali dei Benedettini nelle dispute coi Gesuiti, lo zelo religioso andò scemando lentamente. La Rivoluzione francese sorprese Saint-Michel in pieno declino, oggetto di saccheggi nel corso dei quali furono profanate le sue sante reliquie.
Attualmente la progressiva accumulazione di sedimenti nella baia di Saint-Michel minaccia di cancellare il carattere insulare dell’abbazia. Il passaggio dei turisti si è sostituito a quello dei monaci e dei pellegrini, con il rischio di far dimenticare le profonde radici spirituali dell’abbazia. Nel tentativo di scongiurare questo pericolo, nel 1966 i monaci benedettini di Saint-Wandrille e di Bec presero simbolicamente possesso del monastero. Uno di loro rimase confinato in una cella, recuperando in questo modo la tradizione di meditazione e ospitalità mantenuta a a Saint-Michel per più di mille anni.
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