Il melone cantalupo ha un aspetto unico che racchiude una polpa arancione e dolcissima. Ma da dove nasce questo strano nome? Scopriamolo insieme.
Il melone cantalupo
Il cantalupo è una varietà di melone che noi italiani conosciamo molto bene. Esso ha medie dimensioni e appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae come tutti i meloni, il cocomero, ma anche caroselli, zucca e cetrioli.
Lo riconosciamo facilmente grazie alla sua buccia molto particolare. Il melone cantalupo è spesso confuso con il melone retato dal quale invece si differenzia in modo semplice.
La buccia del cantalupo è nel colore, molto simile a quella del melone retato, presentano infatti entrambi, una sorta di rete in superfice. Il primo però è ricoperto da una sorta di spicchi divisi con una striscia verdastra, il retato invece, non ha alcuna divisione.
La polpa del cantalupo è inconfondibile: arancio vivo, sapore dolce e consistenza fresca e dissetante. Questo frutto è infatti la base di molte preparazioni: semifreddi, frullati, centrifugati e granite, acqua detox, antipati freddi e piatti estivi. Non è solo il suo sapore a rendere questo frutto estivo delizioso ma anche le sue innumerevoli proprietà benefiche. Scopriamo nel dettaglio tutte le qualità e i benefici di questo delizioso frutto.
Qualità e benefici
Come tutti gli appartenenti alla famiglia delle Cucurbitaceae anche il cantalupo ha una quantità d’acqua al suo interno, molto elevata (circa 90%). Questa caratteristica rende questo frutto particolarmente dissetante e rinfrescante, caratteristica fondamentale nel periodo estivo. Assumerlo in quantità moderate, riesce anche a creare un effetto diuretico, sempre per la stesso motivo.
Altra caratteristica che lo rende il frutto estivo per eccellenza, è la capacità di far sviluppare melanina all’organismo umano.
Questo è possibile grazie alla presenza massiccia, di betacarotene. La melanina è un pigmento della pelle che, se presente in buona quantità, aiuta ad ottenere un’abbronzatura invidiabile.
Nel melone cantalupo troviamo anche vitamine del gruppo B che sono essenziali per una buona salute del sistema nervoso centrale e della buona funzionalità celebrale.
Il calcio e il fosforo contenuti in questo frutto invece, insieme a magnesio e potassio, sono gli alleati perfetti per la salute delle ossa e del sistema circolatorio.
Possiamo quindi dire che assumere regolarmente questo frutto, disponibile nella maggior parte dei mesi dell’anno (la raccolta va da maggio ad ottobre) porta notevoli benefici al nostro organismo. Come possiamo quindi utilizzarlo in cucina al meglio?
Il melone cantalupo in cucina
L’utilizzo di questo frutto in cucina è davvero molto vario, esso infatti può essere consumato semplicemente tagliato in spicchi come spuntino, a colazione o a merenda.
Ma può essere anche abbinato a sapori più decisi per creare un’antipasto goloso. Basti pensare all’abbinamento con il prosciutto crudo, la sua sapidità unita al dolce del melone creano il connubio id sapori perfetto.
Esso si può realizzare semplicemente avvolgendo il prosciutto attorno ad ogni fetta di melone, oppure si possono creare dei deliziosi spiedini alternando i due elementi. Con gli stessi ingredienti si può creare anche un delizioso risotto.
Se tagliamo il melone a dadini e lo congeliamo invece, possiamo utilizzarlo per creare un gelato leggero.
Basterà frullare i pezzi di frutta congelata insieme ad uno yogurt ed otterremo un dessert estivo leggero e gustoso. Omettendo lo yogurt invece, possiamo creare un fresco sorbetto da servire come fine pasto.
Altra idea è quello di lasciare dei pezzi di melone a macerare in acqua insieme ad altri frutti per creare un acqua aromatizzata, ottima per reintegrare i sali minerali persi durante le calde giornate estive. Le idee in cucina sono tantissime, basterà semplicemente dare sfogo alla propria fantasia.
Melone cantalupo: origini del suo nome
L’origine del particolare nome di questo frutto è dato dall’omonima città. Questo particolare melone sembra essere arrivato in Italia all’epoca cristiana, questo è confermato da alcuni dipinti ritrovati ad Ercolano.
A portarlo fino a noi sarebbero stati gli asiatici. Alcuni missionari recatisi al castello pontificio della città chiamata Cantalupo (provincia di Rieti) portarono con se dei semi di questo frutto.
Scoperta la bontà del frutto, decisero di coltivarlo e dargli il nome della città. Oggi possiamo dire grazie a quegli antichi missionari per averci regalato un frutto così delizioso e dalle proprietà uniche e speciali.