Quando si pronuncia il nome Marsala, tante immagini scorrono nella mente: Sbarco dei Mille, vino, tradizioni di famiglia.
Esiste questo vino elegante e raffinato quasi dimenticato in Italia, le cui origini risalgono al 1773 e la cui grandezza è stata rovinata negli anni ‘70 da una delle peggiori manovre commerciali che si possano immaginare e relegato come ingrediente di salsa e proposto nella variante “Marsala all’uovo”. Ma ogni storia ha un inizio che merita di essere raccontato. Vediamo ora la storia, gli usi in cucina e la ricetta.
Correva l’anno 1773 quando un giovane John Woodhouse, durante il viaggio di ritorno verso l’Inghilterra, a causa di una tempesta resta bloccato nel porto di Marsala (Mars- Allah, in arabo il porto di Dio). Per ingannare l’attesa si ferma in un’osteria locale e si imbatte in un vino liquoroso, denso e profumato che gli ricorda molto lo Xeres spagnolo. John pensa che quel vino possa piacere molto agli inglesi e decide così di spedire via mare in Inghilterra una cinquantina di pipe, botti da 420 litri e per non farlo rovinare il vino durante la traversata aggiunge il 2% di acquavite. La sua intuizione si rivela giusta. Woodhouse torna a Marsala, acquista vigneti e terreni e fa costruire il baglio (cortile) del Cannezzo e quello del Petrosino per iniziare la produzione di Marsala e fare fortuna. Per realizzarlo usa le uve bianche locali ricche di zucchero, fortificate dall’aggiunta di acquavite che aveva già sperimentato.
Nel 1806 il Marsala attira l’attenzione di un altro imprenditore inglese, tale Benjamin Ingham che rapidamente eclissa la ditta del suo compatriota e perfeziona il prodotto usando il metodo di invecchiamento Soleras.
Solo nel 1832 finalmente un italiano inizia la produzione di Marsala: Vincenzo Florio di Bagnara Calabra, appartenente ad una ricca famiglia di industriali e armatori. Grazie a lui il Marsala raggiunge ogni angolo del mondo al bordo delle 99 navi della Compagnia Florio e la città conosce nuova vita. Da allora tante aziende vinicole sono sorte nella città di Marsala.
Lo scenario cambia all’indomani della Prima Guerra Mondiale, quando a causa di una grave crisi economica, commercianti italiani senza scrupoli decidono di sfruttare la fama del Marsala per arricchirsi vendendo delle qualità super scadenti. Già nel 1931 si cerca di arginare questo triste fenomeno, fortemente dannoso per l’immagine di questo vino, puntando ad una legislazione per difendere il prodotto originale dalle imitazioni e stabilire le caratteristiche precise del Marsala. Nel 1969 finalmente il Marsala viene riconosciuto primo Vino DOC d’Italia (Denominazione d’Origine Controllata).
Il Marsala DOC è un vino liquoroso o fortificato, poiché al vino base vengono aggiunti acquavite o alcol, mosto concentrato, mosto cotto o mistella. Il territorio di produzione, come stabilito dal Disciplinare del Marsala DOC del 1984, non è più quello detto della “fascia del sole” ovvero la zona tra il 32° (Madera) e il 41° di latitudine Nord (Porto) dove nascono tutti i grandi vini liquorosi, ma la sola zona della provincia di Trapani ad esclusione del comune di Alcamo.
Un fattore importante per la realizzazione del Marsala DOC è il tempo di maturazione nelle botti di rovere o castagno. Per la categoria “fine” un anno di invecchiamento, che diventano due per la categoria “superiore” e quattro per il “Marsala Superiore Riserva”. Il Marsala all’uovo, invece, si presenta come un vino liquoroso tipo Marsala fine a cui vengono aggiunti tuorli d’uovo, zucchero e aromi. La differenza tra il Marsala e il Marsala all’uovo è come quello tra il giorno e la notte.
Senza alcun dubbio il miglior Marsala all’uovo è il Floriovo Marsala della cantina Florio. Questo vino siciliano dal gusto caldo e morbido è aromatizzato all’uovo ed è perfetto come accompagnamento di dolci fatti in casa. Realizzato secondo la ricetta tradizionale tramandata da generazioni e con le materie prime di migliore qualità, ha un gusto e l’aroma come quello di una volta. Si presenta di color giallo ambrato con caldi riflessi bronzei. C’è anche il Marsala Cremovo Lilibeo, ideale come aperitivo o come ingrediente per pasticceria (ad esempio per il tiramisù), realizzato dalla stessa cantina e prodotto a partire da una base di Marsala fine.
Il Marsala all’uovo trova diversi impieghi in cucina fra cui il più comune è lo Zabaione, di cui ancora oggi posso ricordare il suo sapore e profumo di quando mia nonna me lo preparava con tutto il suo amore. Una sapore così delizioso che è impossibile non piaccia, tra l’altro lei me lo preparava coi tuorli delle uova delle galline che raccoglievamo insieme nel suo pollaio. Che bei ricordi!
Torniamo a noi gli altri usi culinari del Marsala all’uovo che posso consigliarvi sono:
La lista potrebbe andare avanti ancora non vi resta che usare la vostra fantasia a provare.
Derivato liquoroso del vino Marsala DOC, il Marsala all’uovo è perfetto come aperitivo, come liquore per digerire dopo pasto o anche per una degustazione a sé stante in accompagnamento a biscotti secchi. Esistono diverse ricette del Marsala all’uovo, che variano davvero di poco. Ecco la ricetta tradizionale tramandata di generazione in generazione del Marsala all’uovo.