Per gli amanti della montagna, un’escursione in una località montana rappresenta un momento di piacere e benessere. In estate o in inverno, la montagna regala, infatti un panorama magico in cui svolgere molteplici attività.
Nonostante la passione verso questa meta possa essere forte, sono molti i casi in cui può verificarsi uno stato di malessere, detto mal di montagna.
Il mal di montagna, infatti, può condizionare l’escursionista a causa di una maggiore difficoltà di adattamento all’aumento dell’altitudine.
Per questo, conoscere i sintomi di questa disfunzione può essere utile per prendere alcune precauzioni durante una gita in montagna e, nel caso, alleviarli tempestivamente.
Il mal di montagna è una condizione causata dalla difficoltà di adattamento dell’organismo all’aumento di altitudine. Nello specifico, quando si sale in alta quota, la pressione diminuisce e questo può causare una serie di malesseri, legati alla minore disponibilità di ossigeno circolante nel sangue. Come si può leggere in questo articolo sull’ipossiemia, in certi casi potrebbero esserci dei rischi per la salute.
Inoltre, un’ulteriore disfunzione è legata alla perdita di liquidi nei vasi sanguigni e al loro accumulo nei polmoni e nel cervello, noti rispettivamente come edema polmonare e edema cerebrale.
Il mal di montagna si verifica generalmente quando l’ascesa in alta quota è molto rapida e non concede al proprio organismo il tempo di adattamento e assestamento al cambio di pressione atmosferica.
I sintomi, non sembrano comparire con assiduità sotto i 2.500 metri, ma sembrano, invece, molto più frequenti quando si raggiungono altezze di circa 3.000 m.
Tuttavia, non tutti gli individui sono uguali: il mal di montagna non dipende solo dall’acclimatamento, ma anche da fattori di rischio e predisposizione del singolo.
Il mal di montagna può essere avvertito, anche ad altezze inferiori ai 2.500 m in soggetti che presentano maggiori fattori di rischio:
Inoltre, nelle donne in gravidanza, nei bambini e negli anziani, i sintomi del mal di montagna possono presentarsi con maggiore frequenza ed essere anche piuttosto pericolosi per la salute.
I sintomi del mal di montagna possono svilupparsi dalle 6 alle 48 ore successive al superamento di 2.500 m o comunque al raggiungimento di una quota elevata.
In generale lo stato di malessere può comparire in diverse forme: mal di testa, stanchezza e spossatezza, nausea e vertigini, perdita di appetito, fiato corto e difficoltà di respirazione, tachicardia, difficoltà a dormire, etc.
I sintomi del mal di montagna possono presentare maggiore intensità nelle ore notturne o a mano a mano che si aumenta la quota.
Nel caso in cui si avvertano, è opportuno contattare il proprio medico o rivolgersi al centro ospedaliero più vicino, nei casi più gravi.
In generale, però, per evitare l’insorgere del mal di montagna, è bene conoscere alcune forme di prevenzione che assicurino di mantenere il proprio stato di salute ottimale durante l’escursione.
In generale, per prevenire il mal di montagna è opportuno salire in quota in maniera graduale, cercando di raggiungere i 2.500 m nell’arco di qualche giorno.
Per accertarsi di non incorrere in disturbi notturni, inoltre, l’aumento non dovrebbe superare i 300-500 m a notte.
È importante, però, prendere ulteriori accortezze durante l’ascesa: bere molti liquidi, come acqua o tisane, evitare il consumo di alcolici e il fumo, evitare attività fisica intensa nelle prime 48 ore.
Inoltre, i soggetti caratterizzati da una maggiore predisposizione possono valutare di limitare l’altitudine oppure aumentare il tempo impiegato per la graduale ascesa. In questi casi, può essere opportuno consultare il proprio medico e chiedere un parere in merito.