Anche gli abitanti di Roma sono spesso divisi sulla giusta pronuncia di questo piatto. Da anni ci si chiede quale sia la giusta pronuncia: Matriciana o Amatriciana? Scopriamo insieme qual è la risposta definitiva e ufficiale.
Iniziamo subito con il dire che sono entrambe denominazioni corrette di due preparazioni differenti. Possiamo infatti dire che una è l’antenata dell’altra. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di capire bene di che preparazioni stiamo parlando.
Iniziamo parlando della Matriciana, questo è un piatto romano bianco, preparato con pecorino e guanciale. Possiamo dire che questo è un piatto molto simile all’odierna gricia romana.
Il nome di Matriciana è probabilmente nato dalla denominazione che prende il timbro sulla guancia del maiale, ovvero “matrice“. Questo è infatti un ingrediente fondamentale per questa preparazione.
Ma passiamo ora all’Amatriciana, o meglio al sugo dell’Amatriciana. Questa preparazione sappiamo bene che è rossa poichè contiene pomodoro, ma anche in questa preparazione il guanciale è l’ingrediente principale. Ora che abbiamo capito la differenza delle due preparazioni sorge un altro quesito sulla storia e l’origine di questo piatto. L’ Amatriciana è da sempre contesa da due città differenti: Roma e Amatrice. Ma come stanno realmente le cose? Analizziamo la storia.
Un documento storico viene subito in contro al tanto discusso quesito sull’origine dell’Amatriciana. Esso dice:
Erroneamente alcuni attribuiscono l’Amatriciana alla cucina Romana, avendo perduto la memoria storica del fatto che furono invece i pastori, che con gli spostamenti stagionali della transumanza verso le campagne romane, fecero conoscere questa ricetta nella città dei Papi.
Se le cose stanno realmente così perchè allora il sugo alla Amatriciana viene ricondotto alla Città Eterna? Ecco che spunta la ricetta bianca di cui abbiamo parlato in precedenza, la Matriciana. Questo piatto veniva appunto preparato a Roma, dove alcuni pastori provenienti dalle zone appenniniche italiane (Amatrice e dintorni) venivano a fare i loro commerci.
I pastori apprezzarono molto questo piatto e al ritorno nel loro paese portarono con se la preparazione, modificandola in seguito e aggiungendovi il pomodoro.
Cosicché la Matriciana venne trasformata e modificata in una nuova preparazione denominata Amatriciana. L’aggiunta di questo ingredienti però fa nascere un altra ipotesi ed è un altro popolo che potrebbe rivendicare l’appartenenza del piatto, vediamo di chi stiamo parlando.
Ma se le origini di questo piatto sono discusse da Roma e Amatrice (città abruzzese) cosa centra ora Napoli? Verso la seconda metà del ‘700, Amatrice e le zone limitrofe, erano sotto il potere del Regno di Napoli. Proprio in questo periodo si iniziò a scoprire e coltivare il pomodoro sotto il Vesuvio.
Ovviamente questa coltivazione non rimase circoscritta, ed in poco tempo le coltivazioni arrivarono fino al Centro Italia. Non è difficile immaginare come varie preparazioni, fino a quel momento preparate in bianco, vennero rinnovate grazie all’aggiunta di pomodoro.
Ma se le cose stanno realmente così, perché allora Roma rivendica la proprietà di questa ricetta? Lo stesso documento su citato racconta come nei successivi 200 anni (1800-1900) i pastori continuavano a spostarsi ed alternarsi nelle pianure laziali per i loro commerci. Con i loro spostamenti contribuirono alla diffusione di questa ricetta in tutto il territorio laziale.
Con il tempo alcuni decisero di aprire trattorie e attività ristorative in cui proponevano quest’amata ricetta. Molti di questi commercianti venivano proprio da Amatrice (città dove abbiamo visto nascere l’Amatriciana).
La grande diffusione del piatto nella Città Eterna, ha fatto si che fosse proprio lei a rivendicane l’appartenenza. Ed è proprio per questo motivo che se vogliamo mangiare un buon piatto di bucatini all’Amatriciana ci dobbiamo recare a Roma.