Avete mai sentito parlare dello stocco di Mammola? Si tratta di una specialità calabrese che ha un legame con la lontana Norvegia. Siete curiosi di saperne di più? Non vi resta che continuare la lettura per scoprirlo.
Perché lo stocco di Mammola è diverso da tutti gli altri?
Quando parliamo di stocco di Mammola parliamo di una tipologia di pesce particolare, precisamente uno stoccafisso (da non confondere con il baccalà) che subisce un processo di lavorazione artigianale naturale molto delicato. Ha un colore bianco candido come la neve.
Si tratta di un alimento adatto a qualsiasi tipo di dieta alimentare, perché povero di grassi, ma ricco di proteine e sali minerali. Saporito e facilmente digeribile, questa specialità calabrese è una vera prelibatezza.
Lo stocco di Mammola si differenzia dagli altri perché viene fatto un tipo di lavorazione naturale artigianale che ricorda molto lo stocco antico. In secondo luogo la differenza è tutta nell’acqua utilizzata, ovvero l’acqua della sorgente Mammola. Il risultato è un pesce che ha un sapore molto diverso dallo stocco norvegese.
Come avviene la lavorazione dello stocco di Mammola
Prima di arrivare allo stabilimento, lo stocco viene sbudellato, poi c’è la legatura della coda e l’essiccazione che dura in tutto qualche mese. Quando arriva dalla Norvegia in Calabria viene messo in grandi vasche di marmo per 12 ore allo scopo di reidratare il pesce. Questa fase è fondamentale perché rende il pesce poi facile da maneggiare.
Successivamente viene messo sul tavolo da lavoro, diviso a metà e tolto della lisca. L’intera fase è fatta rigorosamente a mano e mediante coltelli specifici per lo stoccafisso chiamati ronca.
La divisione dello stocco è delicata perché il rischio di danneggiare il pesce è molto alto.
Dopodiché lo stocco viene lasciato ben 10 giorni in ammollo in acqua della sorgente della Mammola in grandi vasche e poi messo in celle frigo per 3 giorni. A questo punto il pesce è pronto per essere mangiato crudo o cucinato in una delle tante gustose ricette tipiche calabresi.
Dalla Norvegia alla Calabria: lo stocco in cucina
La ricetta tradizionale calabrese tramandata di generazione in generazione vede lo stocco di Mammola cucinato con pomodorini, peperoncini, cipolla di Tropea, patate, olive ed olio extravergine.
Le persone più anziane in Calabria non mancano di mangiarlo crudo lo stocco di Mammola, tagliato a piccoli cubetti e insaporito con limone, origano, sale, peperoncino e olio extravergine d’oliva (al medesimo in cui a Napoli viene mangiato “o’per e o muss”).
C’è anche chi lo cucina arrostito e lo insaporisce con peperoncino, aglio, rosmarino, origano e olio extravergine d’oliva.
In Norvegia lo stocco non viene cucinato in modo saporito come avviene invece in terra calabra.
Lo stocco di Mammola può essere servito come secondo piatto dopo un primo a base di mare oppure come piatto unico accompagnato da pane abbrustolito e abbondanti patate fresche.
Leggero e gustoso, questa pietanza super proteica è in grado di conquistare qualsiasi palato, non vi resta che assaggiarlo in questa meravigliosa terra chiamata Calabria.