In estate si cercano sempre drink dal sapore fresco e dalla qualità dissetante. In questo ambito rientra perfettamente lo champagnino Abruzzese. Un drink con una storia abbastanza povera che oggi rientra nelle grazie di molte persone. Scopriamo insieme com’è composto e com’è nato.
Lo champagnino abruzzese: storia
Una bevanda come lo champagnino abruzzese, mette le sue radici nella storia, talvolta, ancor più antica di quella che si può pensare. Oggi è una bevanda molto semplice e amata nel periodo estivo, ma le sue radici nascono nell’antico Impero Romano. All’epoca il vino era una bevanda molto apprezzata, ma non accessibile a tutti. Per questo motivo si aveva l’abitudine di diluire il vino con l’acqua. In questo modo, se pur ottenendo una bevanda più leggera dal punto di vista alcolico, si aveva l’impressione appunto di bere vino.
Ma scavando ancor più affondo nella storia sembra che questa abitudine di “annacquare” il vino, ci fosse ancor prima tra i greci. Nonostante ciò, possiamo dire che il concetto era pressocché lo stesso. La domanda che ci poniamo è invece, perché chiamare questa bevanda champagnino? In chiave meno antica, ma più vicina ai nostri giorni, questa bevanda è stata per così dire, rivisitata dagli abruzzesi. Costoro l’hanno trasformato in un vero e proprio surrogato dello champagne, ma una versione accessibile ai poveri. Vediamo quindi come questa bevanda è stata “trasformata” nell’arco del tempo, fino ad arrivare allo champagnino abruzzese così come lo conosciamo noi oggi.
La trasformazione moderna
Come abbiamo accennato, lo champagnino era un surrogato dello champagne vero e proprio, ma in una versione povera. Ma qualcuno può pensare, che centra il vino annacquato con lo champagne? Vero nell’antica versione così come l’abbiamo vista, centra ben poco, ma con il passare degli anni c’è stata una vera e propria rivisitazione che l’ha trasformato a prima vista, proprio in un “finto champagne”. Anticamente si aveva l’abitudine di preparare in casa una sorta di gassosa. Questa veniva preparata aggiungendo all’acqua, zucchero e limone. Veniva poi posta in bottiglie e lasciata fermentare al sole. Un po’ come avviene oggi per le bevande fermentate.
A seguito della fermentazione, la bevanda ormai gassata veniva freddata e aggiunta al vino. In questo modo si aveva un “finto champagne”. Il vino rosso diventata quasi rosato e il vino bianco diventava dolce e frizzantino con un colorito che ricorda il classico champagne. Ma che dire di oggi? Al giorno d’oggi questa bevanda che ha centinaia d’anni di storia è allo stesso tempo modernissima e apprezzata. Soprattutto in Abruzzo, si ha l’abitudine di preparare lo champagnino, unendo vino e gassosa (oggi facilmente reperibile in qualsiasi supermercato) insieme al ghiaccio. Si da così vita ad un drink fresco, leggermente alcolico e perfetto da sorseggiare in spiaggia. Un soft drink quindi che non si può non assaggiare se si fa un viaggio in Abruzzo e si visitano le sue bellissime spiagge.