Amanti del buon vino italiano, questo articolo è perfetto per voi! Sapete qual è il vino italiano più venduto al mondo? Se siete curiosi di scoprirlo, non vi resta che continuare la lettura, magari mentre sorseggiate proprio un bicchiere di buon vino rosso.
Qual è il vino italiano più venduto al mondo
Si tratta di un vino rosso ed ha anche le bollicine: stiamo parlando del Lambrusco, il vino italiano più consumato nel mondo. A dimostrarlo parlano i numeri, ben 13 milioni di litri di questo vino vengono esportati ogni anno oltre i confini della nostra penisola. Stupisce che sia proprio il Lambrusco il vino italiano più amato e bevuto all’estero, perché non ha un’immagine molto pubblicizzata rispetto ad altri tipi di vino.
A questo punto c’è da fare una precisazione doverosa: stiamo considerando i vini e non gli spumanti, perché in quel caso a primeggiare sarebbe il prosecco con oltre 250 milioni di litri ogni anno esportati oltre i confini italiani.
Perché il Lambrusco è il vino italiano più venduto al mondo?
Il Lambrusco non è solo il vino italiano più amato ed apprezzato all’estero, ma anche quello più consumato in Italia. Viene naturale chiedersi perché questo vino piaccia così tanto ai consumatori. Sicuramente le sue bollicine delicate, i sapori fruttati e la facilità di bevuta giocano un ruolo fondamentale. Si tratta di un vino gioioso e frizzantino.
Per chi non lo sapesse quando si parla di Lambrusco ci si riferisce a un gruppo di vitigni a bacca scura tipici della regione Emilia Romagna come Salamino Santa Croce, Sorbara, Maestri, Marani, Grasparossa di Castelvetro e molti altri.
Inoltre uno dei punti forti del Lambrusco, oltre alle bollicine e al sapore, è anche il suo costo contenuto il che lo rende accessibile praticamente a tutti e non solo ad un’élite di privilegiati bevitori alto-spendenti.
Ma qual è la storia del vino più amato e consumato dagli Italiani e dai bevitori di vino italiano all’estero? Scopriamola insieme.
Storia del Lambrusco
La storia di questo vino affonda le sue radici molto lontano. Non a caso si tratta di uno dei vini più antichi. A testimoniare questa tesi il rinvenimento da parte di un gruppo di archeologi di alcuni semi di questo vitigno risalenti all’età del bronzo. Ci sono anche molte testimonianze nei testi letterari latini a conferma dell’esistenza e dell’importanza di questo vino già 2000 anni fa: Virgilio, Plinio il Vecchio, Catone e Varrone.
Il nome anche è di origini latine e nasce dall’unione dei termini “labrum” (margine) e “ruscum” (pianta di tipo spontaneo). I Romani scelsero questo nome per definire questo vitigno emiliano che cresceva ai limiti dei campi coltivati.
Gli antichi Romani erano soliti rendere questo vino ancora più frizzante e per fare ciò lo riponevano in anfore sepolte sotto terra oppure immerse fino a metà nell’acqua gelata.
Nei secoli successivi il centro di produzione del Lambrusco divenne Modena. Già nel 1850, come testimoniato da documenti di archivio, questo vino veniva esportato in Francia in grandi quantità.
Il riconoscimento più importante arriva nel 1970 con la sigla DOP.