Andiamo alla scoperta delle varietà più importanti di limoni che si coltivano da nord a Sud Italia: vere eccellenze del Belpaese.
Il limone è uno dei principali simboli, soprattutto all’estero, dell’italianità e della gastronomia dello Stivale. C’è da dire che questo agrume è nato dall’incrocio tra arancio amaro e cedro e – da allora – arricchisce i piatti con il suo sapore unico. Scopriamo, dunque, insieme quali sono le varietà più importanti di limone, facendo un viaggio da Nord a Sud Italia.
Il limone ha una storia molto antica alle proprie spalle: basti pensare che tale agrume che funge da incrocio tra arancio amar e cedro – era già coltivato a Pompei, come dimostrato da quanto emerso dagli scavi presenti sul posto.
Si tratta, dunque, di un vero e proprio simbolo del Mediterraneo e della cucina tricolore, conosciuto in sostanza in tutto il mondo.
Il suo sapore, come sicuramente saprete, è acido e, ciononostante, è inserito in tante ricette sia dolci che salate. Inoltre può essere utilizzato anche per realizzare delle bevande, come ad esempio la limonata, che è un must da avere sul tavolo in estate per dissetarsi e rifrescarsi dalla calura. Inoltre, tale agrume è ricco di antiossidanti, antiossidanti e proprietà nutritive, che – d’altronde – sono sfruttate anche nei prodotti per la pulizia e in quelli per la cosmetica.
Tra le varietà di limoni più conosciute c’è il limone femminello, che si coltiva cinque volte l’anno e dà origine ai limoni primofiore, ai verdelli e ai bianchetti. Tale limone ha un profumo eccezionale e una polpa acida, anche se non eccessivamente.
Ci sono diverse varietà in base alla zona in cui è coltivato: tra quelle più pregiate possiamo annoverare il siracusano, la Zagara Bianca, l’apireno Continella, che non contiene semi e il Dosaco.
C’è, poi, il limone del Gargano IGP che è prodotto nella provincia di Foggia, nonché il limone costa d’Amalfi IGP, conosciuto anche come Sfusato Amalfitano, che è conosciuto in tutto il mondo ed è un vero e proprio simbolo della costiera amalfitana.
C’è poi il limone di Sorrento IGP che ha dimensioni più grandi rispetto agli altri limoni ed è ottimo per realizzare il classico limoncello di Sorrento.
Ci chiamò poi il limone Interdonato di Messina, che funge da agrume ibrido ottenuto dal limone autoctono e da un cedro. L’idea di fondere questi due agrumi venne al veterano di guerra Giovanni Interdonato nel 1875.
Alla lista, inoltre, possiamo aggiungere il limone Monachello siciliano, il limone dell’Etna IGP, ma anche il limone di Rocca imperiale IGP, coltivato a Cosenza. Passiamo – infine – al limone di Procida, prodotto squisito della piccola isola che si trova tra Capri ed Ischia.