La Campania con il suo capoluogo Napoli è un posto magnifico 365 giorni l’anno. Ma se c’è un periodo davvero speciale e magico per visitarla senza dubbio è quello natalizio. I campani sono profondamente legati alle loro tradizioni, soprattutto a quelle di Natale, a cui mai e poi mai rinuncerebbero. Ecco i simboli più significativi del Natale in Campania.
4 tradizioni del natale in Campania da non perdere
Il presepe
Non è Natale senza presepe. Non è l’albero addobbato ciò che conta, ma la raffigurazione della natività di Cristo. Il presepe qui non è come in tutte le altri parti d’Italia: non abbiamo solo i personaggi canonici: il bambinello, Gesù, Giuseppe, Maria, i pastori e i Re Magi. Per avere un’idea basta fare una passeggiata nella famosa “via dei presepi” napoletana nota come San Gregorio Armeno.
Qui i maestri presepisti propongono nelle grotte anche i personaggi famosi, i politici, gli attori, i cantanti, gli sportivi, a seconda delle tendenze del momento, invitando gli acquirenti a popolare il loro presepe con i loro vip preferiti, raffigurati in modo estremamente realistico ed accattivante.
Baccalà, capitone e struffoli
Non è Natale in Campania senza una tavola imbandita a festa. Il detto dice “ti siedi alla Vigilia e ti alzi direttamente a Capodanno”. Le tavolate napoletane sono proverbiali: cinque anche sei ore di cibo no stop, 40/50 parenti tutti riuniti per l’occasione e tanto buon cibo cucinato come vuole la tradizione. Baccalà e capitone “indorati e fritti” non possono mai mancare alla Vigilia. La tradizione vuole che il pesce fresco sia acquistato nella notte tra il 23 e il 24 Dicembre nel famoso mercato della Pignasecca di Napoli che pullula di gente fino all’alba.
Altro immancabile protagonista delle feste campane sono gli struffoli, delle golosità che seducono gli occhi e conquistano il palato. Si presentano come palline di pasta fritta ricoperte di miele e adornate con frutta candita e confetti colorati. In molte case si porta in tavola anche la pastiera napoletana tipica anche della Pasqua.
La tombola
Due sono i motivi per cui i campani si siedono a tavola a Natale: mangiare e giocare a tombola. La tombola napoletana è un gioco che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Simile al bingo, divertimento e risate sono assicurate. Cosa ha di tanto speciale? I napoletani lo chiamano “la tombola scostumata”, ad ogni numero è associato un significato, una persona o un oggetto della Smorfia napoletana.
Tradizione vuole che ad estrarre i numeri dal panariello sia un femminello che recita ogni numero come fosse al teatro davanti al grande pubblico e allieta i presenti con il suo linguaggio scurrile, ma divertente.
Preghiera alle anime pezzentelle e alle “cap ‘e morte”
Nel capoluogo campano la vita è da sempre indissolubilmente legata alla morte. Il culto delle anime pezzentelle risale al ‘600 (erano le anime del Purgatorio, quelle di persone povere non degne di sepoltura e condannate a vagare per l’eternità). È abitudine diffusa pregare intensamente queste anime il periodo dell’Avvento e per ogni giorno che precede il Natale recarsi nella chiesa del Purgatorio ad Arco (in via Tribunali nel cuore di Napoli) per accendere un cero a uno dei teschi adottati nell’ipogeo, chiedendo all’anima pezzentella un voto in occasione del Natale. Il voto funziona solo se al momento della preghiera si tocca la sommità del teschio e si lascia un bigliettino con scritto il desiderio da realizzare.
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