La meravigliosa Abbazia di San Galgano è uno dei luoghi più significativi della spiritualità toscana e si trova a circa 32 km da Siena, nel comune di Chiusdino, paese natale del santo a cui il complesso è dedicato.
Il sito comprende l’eremo (anche detto “Rotonda di Montesiepi”) e la grande abbazia in rovina e senza tetto. Oggi questo luogo è meta turistica soprattutto per il fascino della spada nella roccia qui conservata. Siete curiosi di saperne di più?
Breve cenno storico sull’Abbazia di San Galgano
L’Abbazia fu costruita nel 1218 in tempi rapidi e prosperò per circa un secolo. Il declino iniziò dopo la peste del 1348 e la morte di tutti i monaci cistercensi. Nel 1547 abitava un solo monaco e fu allora che si decide di vendere le piombature del tetto e gli arredi furono saccheggiati. Oggi restano solo le maestose mura, la navata e il refettorio.
San Galgano
Il complesso è dedicato a San Galgano, di cui si sa poco o nulla, solo che condusse una vita di dissolutezze e poi si dedicò alla vita eremitica e morì nel 1181. Uno dei momenti culminanti della sua vita fu nel 1180 quando, giunto sul colle di Montesiepi, conficcò nel terreno la sua spada allo scopo di trasformare l’arma in una croce.
Ancora oggi la sua spada è visibile nel punto da lui conficcata, ma protetta da una teca. Immediato il riferimento a Re Artù e alla leggenda della Spada nella Roccia.
La Spada nella Roccia di San Galgano
La fortuna nei secoli dell’abbazia di San Galgano è legata proprio a questa spada conficcata nella roccia. Non è un mito, ma una realtà. Fiume di parole sono state scritte in merito a questa spada. Se di Re Artù non abbiamo certezze storiche ma solo leggende affascinanti, sappiamo invece che Galgano è un personaggio realmente esistito, nato a Chiusdino nel 1148 e morto nel 1181, come confermano i documenti storici. La sua storia è antecedente al ciclo bretone e a Re Artù.
La beatificazione di Galgano risale al 1185 e gli esperti di armi medievali confermano che la spada nella roccia a San Galgano risale al dodicesimo secolo. Della spada di Re Artù invece non abbiamo traccia storica.
C’è anche una differenza sostanziale nelle due storie. Il predestinato Re Artù estrasse la spada dalla roccia per combattere le ingiustizie ed iniziare un nuovo regno, la spada di Galgano invece venne conficcata nella roccia, dopo una vita di dissolutezze e come potente segno di conversione.
Tra gli atti storici interessante è la testimonianza di Dionigia, madre del santo, che racconta di quando Galgano si recò a Roma dal Papa, degli invidiosi cercano di estrarre la spada, ma invano e la spezzarono. Una volta tornato San Galgano rinsaldò la spada che ancora oggi è lì sull’eremo di Montesiepi.
C’è anche una cappella dove in una teca sono conservati resti umani risalenti al XII secolo (braccia e mani) degli invidiosi che tentarono di estrarre la spada di Galgano. Ciò che secondo gli studiosi oggi è certo che la storia di San Galgano giunse in Francia grazie a un eremita, tale Guglielmo di Malavalle e che il mito della spada nella roccia sarebbe nato in Toscana nel 1100 e non in Francia.