Conoscete la vera storia di Giacomo Casanova? Venezia è una città ricca di fascino, mistero e magia. Camminando tra le strette stradine, attraversando i canali e varcando le porte di antichi palazzi nobiliari, si percepisce l’alone di mistero che pervade questa città lagunare. Senza dubbio il personaggio veneziano più famoso della storia è stato il seduttore e dongiovanni Giacomo Casanova. Qual è la sua storia? E’ esistito veramente? Scopriamolo insieme.
Chi era Giacomo Casanova?
Scrittore, agente segreto, diplomatico, poeta: chi era davvero Giacomo Casanova? Era il 4 giugno del 1798 quando il mondo disse per sempre addio al più grande seduttore di tutti i tempi. Morì lontano dalla sua amata Venezia, in un luogo chiamato Duchcov.
Conosceva a memoria i versi di Orazio e Ariosto che usava sapientemente per sedurre le giovani fanciulle che incontrava nel suo cammino, ma era anche un agente segreto della Serenissima. Questo per dire che i panni del seduttore incallito, del dongiovanni da strapazzo gli calzano stretti. Casanova era molto più che un libertino, era un uomo colto, un poeta, un filosofo, un diplomatico e un agente segreto. Si guadagnò da vivere anche come scrittore (pubblicava i suoi scritti sotto vari pseudonimi come Jacob Casanova von Seingalt o Eupolemo Pantaxeno). Tra le varie carriere Giacomo tentò sia di diventare ecclesiastico (ma i suoi appetiti sessuali presero il sopravvento) sia militare.
I suoi amori
Secondo la biografia, sedusse più di 120 donne. Non tantissime se consideriamo altri grandi seduttori della storia. Ciò che distingue questo famoso libertino veneziano è la sua capacità di amare intensamente ogni donna che seduceva. Non era soltanto spirito di conquista volto a collezionare un gran numero donne per vantarsi con gli amici di bevute, ma era desiderio di esplorare a fondo tutte le sfumature dell’amore e del sesso.
Sedusse non solo vergini fanciulle, promesse spose, dame di corte, principesse, contesse, attrici, cortigiane, ma persino monache di clausura tanto che finì imprigionato ai Piombi con l’accusa di libertinaggio e oltraggio alla religione cattolica. Grazie ad una fantasiosa e rocambolesca fuga, riuscì ad evadere dalla prigionia e iniziò così a vagare per tutta l’Europa pur di non tornare dietro le sbarre.
In Francia, dove la sua fama lo precedeva, fu assoldato come spia. Da quel momento in poi lavorò come agente segreto sotto copertura mentre era ospitato nelle corti più famose d’Europa, da quella di Federico II di Prussia a quella di Caterina II di Russia.
Dopo 18 lunghi anni ritornò dal suo unico grande amore: Venezia. Pur di ottenere la grazia, decise di lavorare come agente segreto per conto dei suoi Inquisitori, di coloro che lo avevano condannato e imprigionato.