Avete mai mangiato i famosi biscotti della fortuna? Questi simpatici “cookies”sono il tipico dessert di fine pasto dei ristoranti cinesi e giapponesi dove si ordina alla carta o si mangia in formula “all you can eat“. Tuttavia c’è un grande mistero alla base di questi deliziosi biscottini cinesi: in Cina nessuno li conosce. Un po’ come per le fettuccine Alfredo, il piatto italo americano che in Italia nessuno mangia. Qual è la vera storia dei biscotti della fortuna? Scopriamola insieme.
L’origine dei biscotti della fortuna
Sapevate che i biscotti della fortuna non sono cinesi ma americani? Incredibile, ma vero. Questi deliziosi biscottini croccanti fatti con zucchero, vanillina, farina e olio, sono uno dei simboli della tradizione culinaria cinese nel mondo, ma in realtà hanno origini nipponiche.
La cosa più interessante di questi biscotti non è la forma o il sapore bensì ciò che è nascosto al loro interno, ovvero dei bigliettini con frasi, aforismi e talvolta numeri portafortuna. I cartigli che escono da questi biscotti sono infatti chiamati fortune.
Se oggi conosciamo la vera storia dei biscotti della fortuna lo dobbiamo ad una ricercatrice giapponese chiamata Yasuko Nakamachi che lavora per l’Università di Kanagawa come docente di “Folkloristica e Storia Culturale“. Ha speso più di 6 anni della sua vita a scoprire la storia e le origini di questi dolcetti a cui ha dedicato la sua tesi di Laurea.
I biscotti cinesi sono in realtà giapponesi
La ricercatrice assaggia per la prima volta questi biscotti a New York e poi di nuovo a Kyoto dove però nota che sono più grandi di dimensioni e di colore più scuro rispetto a quelli occidentali. In particolare nella cittadina nipponica scopre che i bigliettini nascosti all’interno dei biscotti si chiamano fortune (tsujira senbeiin lingua giapponese). Nel corso delle sue ricerche scopre nella Biblioteca della Dieta Nazionale del Giappone un testo illustrato dell’Ottocento (1878 per la precisione) chiamato Moshiogusa Kinsei Kidan. Nel volume si parla dei biscottini definendoli cracker della fortuna. Dunque questi biscotti non sono cinesi, bensì hanno origini giapponesi e compaiono nella Terra del Sol Levante ben 30 anni prima che gli immigrati nipponici li sponsorizzano per la prima volta in California.
Fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale non abbiamo notizie certe sulla storia di questi dolcetti. Sono decine le famiglie di immigrati nipponici che si contendono le origini di questa ricetta. Solo dagli anni Cinquanta del Novecento c’è il boom dei biscottini e i cinesi si “appropriano” della ricetta facendola diventare il prodotto dolce di punta dei ristoranti cinesi di tutta l’America ed oggi del mondo intero.