Andiamo alla scoperta dell’amaranto, prezioso cereale utilizzato da millenni in cucina: storia e curiosità su tale ingrediente.
L’amaranto è uno dei grani più antichi e preziosi, utilizzati in cucina da secoli. Un ingrediente, dunque, molto importante, del quale andremo a scoprire la storia e qualche curiosità concentrandosi, nello specifico, sull’integrazione dei chicchi fino alla trasformazione in farina: un grano antico, che ha resistito alla prova del tempo e che troviamo, ancora oggi, sulle nostre tavole.
L’amaranto, un grano antico e prezioso
L’amaranto è un grano di piccole dimensioni, utilizzato già dalle antiche civiltà americane, dove era venerato tanto da essere impiegato sia nelle cerimonie religiose che in cucina.
Appartenente alla categoria degli pseudocereali, insieme alla quinoa e al grano saraceno, l’amaranto è conosciuto per i suoi tanti benefici.
Fondamentale per le civiltà Inca, Maya e Azteca, l’amaranto era coltivato e amato per le eccezionali proprietà nutritive e per la versatilità in cucina. Con l’arrivo degli europei nel Nuovo Mondo, fu gradualmente oscurato da altre coltivazioni tra le quali possiamo annoverare il mais e il frumento, ma non scomparve mai del tutto.
I chicchi di amaranto, che sono piccoli e di color giallo dorato, derivano principalmente da tre delle sessanta specie di Amaranthus: Amaranthus caudatus, Amaranthus cruentus e Amaranthus hypochondriacus. Anche le foglie di amaranto, ad ogni modo, sono commestibili e ricche di nutrienti.
Un vero e proprio superfood
Tale superfood è ricco di proteine, fibre, minerali tra i quali ci sono il ferro, il magnesio, il fosforo, il calcio e le vitamine, in particolare la vitamina B6. È – inoltre – una fonte importante di antiossidanti, utili per la prevenzione di malattie cardiovascolari, processi infiammatori e patologie legate all’infiammazione. Essendo privo di glutine, è ottimo per chi soffre di celiachia.
È importante consumarlo, però, con moderazione a causa delle saponine che contiene, le quali, in grandi quantità, possono interferire con l’assorbimento di alcuni nutrienti.
Si può trovare, inoltre, al supermercato e nei negozi di alimenti naturali, supermercati, negozi specializzati e online. L’amaranto, inoltre, è disponibile in grani interi, che possono essere cotti, come la quinoa e il riso, ma anche sotto forma di farina, che può essere utilizzata per preparare pane senza glutine, da sola e mischiata ad altre farine.
Poi esistono anche i fiocchi, ideali per colazioni nutrienti, aggiunti allo yogurt o alle barrette energetiche. C’è anche l’amaranto soffiato, utile per realizzare snack leggeri e topping. Esiste, poi, l’olio estratto dai semi, utilizzato sia in cucina che nei cosmetici, per le sue proprietà antiossidanti.
L’amaranto, inoltre, è ricco di proteine ed è perfetto da abbinare alle verdure. Per mangiarlo, dunque, bisogna sciacquarlo, per bene, sotto acqua corrente per poi cuocerlo in acqua bollente per 40 minuti con un rapporto di uno a tre. Potete insaporirlo con brodo e/o spezie. È possibile, inoltre, anche cucinarlo a vapore o nella pentola a pressione.