Andiamo alla scoperta del Mitarashi Dango, il famoso gnocco giapponese: storia e curiosità su questa pietanza.
Coloro che amano gli anime e i manga giapponesi conoscono sicuramente i mitarashi dango, ma anche chi è meno avvezzo a queste culture avrà probabilmente notato l’emoji di WhatsApp rappresentante uno spiedino con tre palline colorate: rosa, bianca e verde che rappresentano i dango, gnocchi a base di riso glutinoso e farina di riso dalla texture elastica, di solito infilati in uno spiedino. Scopriamo, dunque, insieme la storia e qualche curiosità su questa pietanza nipponica.
Mitarashi Dango, i classici gnocchi giapponesi
I dango sono un simbolo dello street food giapponese, amati in tutto il Giappone che, nel corso degli anni, sono diventati famosi anche all’estero.
Sono disponibili in vari tipi, dai classici bianchi ai colorati, alcuni glassati con salsa di soia, altri ricoperti di anko, una confettura di fagioli rossi. Tra i più amati, ci sono sicuramente i mitarashi dango.
I dango sono parte integrante del wagashi, la pasticceria tradizionale giapponese: hanno la forma di gnocchi rotondi a base di riso ed acqua, serviti – di solito – su uno spiedino di bambù. La loro storia è molto antica: le prime testimonianze risalgono al X secolo e ci sono anche riferimenti in opere e parabole buddiste dei secoli successivi. In un primo momento, erano creati con avanzi di riso, utilizzati anche in varie regioni del Giappone preparati con ingredienti quali l’orzo, il frumento e le castagne, spesso offerti durante le cerimonie religiose.
I diversi tipi di dango
Tra i pi famosi, c’è – sicuramente – il mitarashi dango, che è composto di tre o quattro palline di riso servite con uno sciroppo di salsa di soia, zucchero ed amido. Il nome deriva dal Kamo Mitarashi Tea House di Kyoto, che si trova vicino al santuario Shimogamo. Inizialmente offerti agli dei, divennero famosi come snack venduti dai commercianti ambulanti.
Durante la primavera, la stagione dell’hanami, l’osservazione dei fiori di ciliegio, si prepara il Sanshoku-Dango, o Hanami Dango, che riprende i colori della primavera: il rosa per i sakura, il bianco per la neve che si scioglie e il verde per l’erba nuova. Un antico proverbio giapponese affema “hana yori dango“, che esorta a preferire la sostanza (i dango) all’estetica (i fiori).
Ci sono, poi, anche i Bocchan Dango, con palline di colori diversi e lo Yomogi Dango, declinato in un particolare colore verde, ottenuto dall’artemisia. Il Kuri Dango ha una copertura di pasta di castagne, si prepara in autunno, mentre il Goma Dango, ripieno di anko e ricoperto di semi di sesamo.
Concludiamo con il Tsukimi Dango, consumato durante la festa della luna d’autunno, che è composto da piccole piramidi ed accompagnato da una tazza di tè.