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La storia del Freekeh, antico grano verde del Libano

Andiamo alla scoperta del freekeh, antico grano verde del Libano: storia e curiosità di questo cibo presidio slow food. 

Nel sud del Libano si coltiva il freekeh, grano verde il cui colore è dovuto al fatto che è raccolto in fase di maturazione anticipata. Anche se non è una varietà unica, il freekeh è un grano duro che, grazie ad un’antica e complessa lavorazione post-raccolta, si trasforma in un prodotto eccezionale. Scopriamo, dunque, insieme la storia e qualche curiosità su tale grano.

Freekeh, il grano verde di Jabal ‘Amel

Il freekeh è un grano verde, prodotto in Libano, conosciuto per le sue incredibili proprietà nutritive, superiori a quelle del grano maturo, nonché per il suo aroma tostato ed affumicato che ricorda quello della nocciola.

Freekeh (wineandfoodtour.it)

Diffuso anche al di fuori del Libano, il freekeh inizia a farsi conoscere dal villaggio di Chamaa, ubicato nella regione di Jabal ‘Amel, un’area con un passato fenicio e profondamente segnata dalla guerra civile. Qui si produce il freekeh di migliore qualità, grazie alle caratteristiche del terreno e alla lavorazione che è attuata per produrlo.

La storia di questo grano

Il freekeh iniziò ad essere prodotto durante l’Impero ottomano, quando i soldati spesso requisivano grano e farina. Nacque, quindi, l’idea di raccogliere il grano ancora verde e di nasconderlo.

Una leggenda ancora più antica racconta che gli abitanti di un villaggio, in previsione di un assedio, raccolsero il grano prima dei tempi previsti.

Un incendio accidentale bruciò il raccolto, ma i chicchi, anche se era danneggiati all’esterno, rimasero verdi all’interno e commestibili. In seguito, i soldati stessi bruciarono i campi di grano, ma gli abitanti scoprirono le straordinarie proprietà di tali chicchi tostati in maniera del tutto casuale. Tale tecnica di lavorazione, alla fine, si è tramandata nei secoli.

La storia del Feekeh, antico grano verde del Libano (wineandfoodtour.it)

Il freekeh è raccolto manualmente prima della maturazione completa, che avviene, di solito, tra maggio e giugno. Dopo la raccolta, i chicchi ancora umidi sono essiccati al sole su pietre per circa 24 ore, poi “bruciati” su rami di piante, che servono da combustibile per una tostatura rapida.

In seguito, i chicchi sono puliti manualmente e nuovamente essiccati al sole. Tale lungo processo interrompe la maturazione, ma – al contempo – migliora la conservazione e conferisce al freekeh l’aroma tostato ed affumicato, ma anche tante fibre, vitamine, proteine e calcio.

Freekeh, presidio Slow Food libanese

Il freekeh è riconosciuto come uno dei due soli Presidi Slow Food presenti in Libano, il che sottolinea l’importanza di proteggerne la lavorazione artigianale rispetto alle produzioni industriali.

Tale distinzione aiuta a preservare una coltivazione che ha una storia molto antica alle spalle, migliorando, però, le condizioni del posto di Jabal ‘Amel e mantenendo alta la qualità del prodotto. Si può acquistare il freekeh – nel corso dei mesi estivi – sulle bancarelle del Mercato della Terra di Beirut, al quale si affiancano anche altri prodotti tipici di tale regione.

Daniela Caruso

Sono laureata in Culture Digitali e della Comunicazione alla triennale e in Comunicazione Pubblica Sociale e Politica alla magistrale. Da anni, lavoro nel mondo digitale e nell'editoria online. Sono appassionata di viaggi, tecnologia, disegno, manga ed anime, ma anche di lettura e scrittura.