Forse non tutti sanno che la pasta non è stata sempre servita in qualità di primo piatto: storia e curiosità di questa iconica pietanza.
Anche se, ai giorni nostri, la pasta è simbolo di italianità, nonché di primo piatto della nostra tavola, bisogna sapere che, in realtà, tale pietanza non è stata servita, fin dal primo momento, come prima portata: infatti, il tutto è iniziato solamente nel corso del ‘600. Scopriamo, dunque, insieme la storia e qualche curiosità oh sulla pasta in qualità di primo piatto.
Quando la pasta divento primo piatto
Uno dei simboli più forti dell’italianità è, sicuramente, la pasta. Bisogna sapere, ad ogni modo, che tale piatto, conosciuto in tutto il mondo ed apprezzato in qualsiasi modo è realizzato, non è sempre stato la prima portata da mettere in tavola.
Facendo una sorta di excursus nel tempo, vediamo che la pasta era già preparata e mangiata in epoca romana e greca: d’altronde, autori classici come Orazio, Cicerone ma anche Aristofane e Apicio la citarono nelle proprie opere.
In sostanza, la stessa era composta di acqua e farina e tagliata, poi, a falde un po’ come accade ancora oggi, immersa, poi, in brodo, latte o in semplice acqua e formaggio, come forma di condimento.
In queste epoche, però, la pasta non era un primo piatto, bensì un contorno che accompagnava altre pietanze, ad esempio il pesce, le verdure, le uova o, nell’alternativa, la carne.
Passando, poi, all’epoca medievale notiamo che eh iniziarono a nascere le prime botteghe che producevano diversi formati di pasta, ad esempio i maccaroni siciliani, i vermicelli, anche se la parola “pasta”, in sé per sé, comparve solamente nel corso del 1500 in un testo redatto dal viceré Don Giovanni d’Aragona.
La cosa particolare è che la pasta era spesso abbinata ai dolci, soprattutto al Napoli, chiamata makària o maccheri, che si ricollegano, a livello etimologico, alla parola francese macarons.
La diffusione della pasta in Italia a opera degli arabi
Gli arabi inventarono la pasta secca, che poteva essere conservata anche durante gli spostamenti che effettuavano tra le dune del deserto.
In questo periodo, inoltre, la regione italiana che contribuì alla diffusione della pasta fu proprio la Sicilia, alla quale si affiancarono la Sardegna e la città di Genova. Anche in questo periodo, ad ogni modo, la pasta era comunque associata alle spezie e al formaggio.
La svolta avvenuta nel Seicento
Nel 600, dunque, le cose cambiarono drasticamente in quanto, grazie all’introduzione del torchio e alla fabbricazione meccanica della pasta, tale alimento fu diffuso e venduto a prezzi più calmierati.
La pasta, dunque, saziava, era conservabile, la si acquistava a basso costo e, per questo motivo, era il pasto ideale soprattutto per le città sovraffollate, come era, per l’appunto, la Napoli del tempo.
C’è da considerare, infatti, anche il fatto che, al tempo, la carne, i formaggi e il pesce erano pietanze inaccessibili poiché costosi. La pasta diventò, così, un piatto da servire come prima portata in tavola, condita, principalmente, col pomodoro.