La storia di oggi sembra la trama di un film thriller horror dove i protagonisti morti in modo tragico e violento restano per sempre legati al luogo della loro morte, del loro ultimo giorno di vita sulla terra, vagando come fantasmi per l’eternità.
La location della storia che stiamo per raccontarvi è Villa Marechiaro nella bella Napoli. Famosa per i suoi scorci panoramici unici al mondo (chi non ha desiderato almeno una volta nella vita affacciarsi alla mitica fenestrella a Marechiaro?), questo luogo, oggi abbandonato, in passato è stato teatro di tragico delitto passionale. Agli inizi del ‘900 la dimora era abitata da un nobile signorotto partenopeo, non particolarmente di bell’aspetto, che amava corteggiare (ed importunare) tutte le donne per soddisfare per le sue brame sessuali.
Un giorno però, nelle sue grinfie, cadde la donna “sbagliata”, la moglie di uno dei suoi domestici, che per vendicare l’offesa recata alla virtù della consorte, uccise il padrone tra le mura della Villa Marechiaro. Ma l’anima del nobile, rabbiosa e inquieta, non ha mai lasciato la sua dimora. Il primo fatto strano ed inquietante accadde nei giorni immediatamente successivi il delitto passionale.
Le domestiche tentarono invano di levare via dal pavimento del grande salone le enormi macchie di sangue, ma queste puntualmente ricomparivano il giorno seguente, finché tutta la servitù, fortemente scossa, volle abbandonare la villa. Anni dopo le persone del vicinato lamentavano un grande trambusto provenire dalla Villa Marechiaro, benché questa fosse abbandonata da decenni. Neppure le forze dell’ordine sono riuscite a risolvere il dilemma, ma pare che la dimora sia colpita da una maledizione e che ogni notte si ripeta all’infinito il delitto del conte e le sue urla si odano per tutto il vicinato.
Tante sono le leggende legate a questo luogo e le testimonianze di pescatori e vagabondi che giurano di aver visto fantasmi ed udito voci provenire dalla villa.
C’è chi racconta di aver udito professare versi da un’angelica figura. Una leggenda vuole che le acque cristalline, intorno a Palazzo degli Spiriti a Napoli, siano infestate a causa delle pozioni magiche e degli “intrugli” che il sommo poeta Virgilio dalla villa gettava in mare. Si narra che in questo luogo abbandonato per un certo periodo sia stato il covo di un gruppo di falsari che avevano impiantato una zecca e per agire indisturbati lasciavano credere che la villa fosse infestata dai fantasmi e che quindi nessuno si avvicinasse.