Ma è boom delle disdette di prenotazione: 50 mila al giorno prima del referendum
di G.M.B.
Tra i tanti numeri controversi dell’economia greca, ce n’è uno che cambia “in diretta”, giorno dopo giorno, un po’ come lo stato d’animo della popolazione e gli indici della Borsa. E’ quello delle presenze turistiche e delle “disdette”. Addirittura 50mila al giorno secondo stime diffuse nella settimana precedente il referendum, in realtà nessuna a giudizio del direttore per l’Italia dell’Ente ellenico per il turismo che, in una dichiarazione al Sole 24 ore, è stato categorico: “Ma quali cancellazioni? Non c’è nessun allarme. I turisti vengano sereni e si godano la vacanza. La situazione è assolutamente tranquilla, specialmente sulle isole greche che in questo periodo sono le più gettonate”.
Chi ha prenotato le vacanze in Grecia ovviamente s’informa.
Il timore maggiore è quello di non trovare soldi al bancomat o di vedersi rifiutata la carta di credito. Ma le testimonianze dei viaggiatori dicono cose diverse. Ecco, per esempio, un commento apparso in questi giorni sulla pagina Facebook “Voglio andare a vivere in un’isola greca”, punto d’incontro degli amanti delle perle dell’Egeo: “Ragazzi chi ha prenotato una vacanza in Grecia non esiti solo per un secondo ad andare… è una terra meravigliosa ed un popolo gentile ed ospitale… tutto il resto è puro terrorismo politico giornalistico servo del potere” (Giunluca Giustarini, 7 luglio).
Così – mentre i cittadini bocciavano il piano europeo di rientro, Yanis Varoufakis rassegnava le dimissioni e Alexis Tsipras faceva la spola tra Atene e Bruxelles – è nato una sorta di movimento spontaneo di sostegno del turismo greco che sta utilizzando la crisi e le paure in senso opposto. La Grecia e le sue isole – debito o non debito – sono tra i posti più belli del mondo. E andarci oggi consente di unire una splendida vacanza alla solidarietà concreta verso un popolo che ci somiglia molto. E anche di risparmiare qualche soldo. Anzi, in alcuni casi il vero problema, un problema di coscienza, è quello di non approfittarne. La mancanza di liquidità consente a chi dispone di contanti di strappare forti sconti.
Per chi volesse praticare il “turismo solidale” in modo organizzato ci sono pacchetti-viaggio pronti. La Caritas italiana – assieme alla Caritas greca – non ha aspettato l’esplosione della crisi. Fin dal 2012 ha affiancato a interventi umanitari a sostegno delle persone più in difficoltà – attraverso la fornitura di generi di prima necessità a 500 famiglie – tre proposte di viaggio. La loro differenza rispetto alle iniziative spontanee è che l’intento solidale è presente fin dalla selezione dei luoghi da visitare. “Essere viaggiatori solidali – spiega la Caritas – vuol dire scegliere di viaggiare cogliendo l’opportunità di immergersi totalmente nella vita e nella cultura locali, entrando in contatto con gli abitanti, ascoltando le testimonianze di vita, le bellezze e le difficoltà che derivano dal vivere oggi in quel preciso luogo. Essere viaggiatori solidali significa decidere di non restare indifferenti, di sostenere le comunità locali e il loro sviluppo economico, attraverso scelte di consumo critico e il sostegno alle piccole attività del territorio”.
I tre “pacchetti” proposti s’intitolano: 1) “In cammino lungo le rotte dei migranti”; 2) “sulle orme dell’apostolo Paolo”; 3) “Da Atene alle isole, mito e solidarietà”. Il primo è probabilmente quello più esplicitamente – e quasi scandalosamente – in controtendenza rispetto agli ordinari criteri di scelta delle mete turistiche. Le tappe sono il confine con la Turchia e il Fiume Evros, Alessandropoli, Salonicco, Atene, Patrasso, Chios. Si tratta dello stesso percorso di migliaia di migranti iracheni, afghani, siriani, palestinesi e pakistani che tentano di entrare in Europa attraverso la penisola ellenica. “Per incontrare – sottolinea la Caritas – chi scappa e chi cerca di offrire aiuto, per conoscere le ragioni che spingono ad una fuga disperata e capire il dolore vivo di un sogno che troppo spesso si infrange contro i muri di un’Europa sorda e non solidale”.Il secondo itinerario ha invece il carattere di un pellegrinaggio nelle città (Filippi, Salonicco, Cavala, Atene e Corinto) toccate da San Paolo nel suo viaggio, mentre il terzo è il più vicino ai canoni tradizionali del turismo di massa. Si tratta di un viaggio da Atene a Tinos e Syros (“Isole cicladiche immerse nel mare cristallino dell’Egeo; punteggiate di piccoli paesini, incastonati nella nuda roccia, come diamanti non ancora estratti…”) per poi raggiungere Creta e Corfù (“Culla del mito e dell’idea di Europa la prima, e baluardo inespugnabile per i turchi, durante la centenaria dominazione ottomana, la seconda”). Significativo come, anche per questo percorso più “leggero”, le motivazioni esposte dalla Caritas si basino soprattutto sulla necessità di promuovere un turismo diverso: “In queste isole bellissime è possibile godere delle meraviglie della natura e ripercorrere le tracce della storia e del mito, senza cadere nella trappola degli itinerari del turismo di massa, ma vivendo occasioni di incontro con la comunità locale”.
I più ottimisti pensano addirittura che – se come si spera sarà superata l’emergenza economica e sarà avviato il faticoso cammino per la ripresa – questa attenzione preoccupata e a volte drammatizzante per le vicende greche, si tradurrà in una forma insolita ma efficace di promozione turistica. E che, insomma, dal pericolo di un grande male alla fine possa arrivi del bene. La Grecia, in fondo, è costantemente su tutti i giornali del mondo.
A chi volesse andarci, gli operatori turistici raccomandano solo alcune accortezze. Anche se per gli stranieri i bancomat funzionano senza limitazioni, le file spesso ci sono. E dunque portare con sé una maggior quantità di denaro contante può rendere tutto più semplice. E anche aiutare a stabilire da subito un rapporto cordiale con gli operatori. Com’è ovvio, i pagamenti in contanti sono preferiti. A raccomandare di portare in Grecia un po’ più denaro liquido del solito (il limite massimo è molto alto: si può arrivare a diecimila euro) sono i ministeri degli Esteri di diversi Paesi europei, a partire dalla Germania.
Si tratta inoltre – il suggerimento è del servizio Viaggiare sicuri della Farnesina (da consultare sempre) – di dedicare un po’ di attenzione alle situazione politico-sociale. E seguire i consigli delle autorità greche nel caso in cui si prevedano grandi assembramenti di protesta nelle grandi città. Come è noto, i luoghi dove si svolgono le più grandi manifestazioni sono Piazza Syntagma (davanti al Parlamento), Piazza Omonia, il quartiere di Exarchia e vicino al Politecnico. Per il resto, valgono le regole di tutti i viaggi: partire sereni e preparare con cura le valigie. La Grecia ci aspetta.