Andiamo alla scoperta di Jeju-do, incantevole isola delle Haenyeo, ossia le donne di mare: storia e curiosità su questo bellissimo posto.
Jeju-do è una delle più grandi isole della Corea del Sud, sovrastata dall’imponente Halla-san, il monte più alto della nazione, visto che si erge per ben 1950 metri, nonché l’unico vulcano a scudo presente in Asia. L’isola ha un ricco retaggio vulcanico, visibile nelle varie formazioni laviche che ne definiscono il paesaggio. L’isola, inoltre, è definita anche “delle donne di mare“, definite “Haenyeo” nella lingua del posto. Scopriamo, dunque, la storia e qualche curiosità sul posto.
Grazie alla sua posizione a bassa altitudine, Jeju-do gode di un clima umido subtropicale, che – nel tempo – l’ha trasformata in una delle destinazioni turistiche più apprezzate della Corea del Sud.
Ogni anno, milioni di turisti affollano l’isola, tanto da definirla l’isola delle lune di miele.
Un tempo regno autonomo – conosciuto come Tamna (“isola Nazione”) fino al X secolo, prima di diventare un protettorato del regno di Silla, Jeju-do conserva ancora oggi un certo grado di indipendenza, visto che è l’unica provincia autonoma del Paese.
Un antico proverbio coreano afferma che Jeju-do è ricca di “samda“, ovvero tre abbondanze: pietra (eredità diretta dell’attività vulcanica), vento (che soffia incessantemente sull’isola) e donne (dato che in passato molti uomini si perdevano in mare).
Ciò ha portato le donne dell’isola a diventare abili pescatrici di molluschi, pratica comune solo in Giappone.
Le haenyeo, o “donne di mare”, passano ore in apnea, raggiungendo profondità anche di 30 metri per raccogliere prelibatezze marine tra le quali possiamo annoverare abaloni, ricci di mare ed ostriche. Attrezzate oggi con mute, cinture zavorrate e maschere, un tempo si immergevano vestite con semplici abiti di cotone.
Al ritorno in superficie, le haenyeo emettono un caratteristico fischio, che funge da modo per espellere l’anidride carbonica accumulatasi in eccesso nel corpo. In alcune comunità, queste donne hanno rappresentato la principale fonte di reddito per le loro famiglie, sovvertendo – in taluni casi – i tradizionali ruoli di genere.
Tra le attrazioni da non perdere, una volta giunti sull’isola, c’è la Gotjawal, foresta che ricopre i pendii di Halla-san, inaccessibile e – quindi – libera da insediamenti umani.
Passiamo, poi, al Manjang-gul, il tunnel di lava più lungo del mondo, che nei suoi 13,4 km di lunghezza, ospita formazioni laviche e colonie di pipistrelli.
C’è, poi, la cupola lavica Sanbang-san, nata da un’eruzione vulcanica, dalla quale è possibile ammirare il paesaggio marittimo che caratterizza la costa sud-occidentale dell’isola.
C’è, infine, il Museo del Folclore e di Storia Naturale di Jeju, presso il quale sono organizzate mostre dedicate alla geologia dell’isola, ai manufatti e ai reperti legati alla vita e alle tradizioni delle haenyeo.