Proprio di recente, nelle acque del Mar Mediterraneo, è stata effettuata una scoperta sul fondo del mare. Ecco di cosa si tratta.
Un gruppo di ricercatori, proprio di recente, durante una campagna oceanografica, hanno scoperto qualcosa di incredibile di cui ancora non si possono dare risposte precise.
Gli studiosi, sia italiani che di tutto il mondo, sono alla costante ricerca di possibili ritrovamenti, nuove specie animali, siti interessanti per l’acquisizione di informazioni relative alla storia e al pianeta Terra in sé.
Spesso, inoltre, vengono anche effettuate le cosiddette campagne oceanografiche attraverso le quali si cercano di approfondire diversi aspetti importanti.
In questa situazione, si esaminano dei campioni di acqua del mare con lo scopo di raccogliere dei dati e rendersi conto di numerose caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche.
Questi studi e analisi, dunque, fanno uso delle cosiddette navi da ricerca, costituite, per l’appunto, da vari strumenti di misura e laboratori.
Proprio di recente, durante una campagna di questo tipo, un gruppo di geologia marina ha fatto una scoperta che, in maniera inevitabile, ha sollevato diversi interrogativi.
In particolare, la nave degli scienziati, ha rinvenuto un relitto di un aereo nei fondali del Mar Mediterraneo, e, per la precisione, al largo delle coste di Sciacca, una località sicula nei pressi di Agrigento.
A questo punto, però, non ci sono ancora risposte chiare riguardo a questo aereo misterioso che è stato trovato per puro caso e di cui nessuno era a conoscenza fino a poco tempo fa.
Al momento, tutto quello che si sa è che possiede venti metri di lunghezza e trenta metri di apertura alare.
Si sarebbe potuto ipotizzare che fosse un caso simile al Savoia Marchetti, trovato in precedenza e riconosciuto come un aereo utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Secondo quanto riportato, quest’ultimo potrebbe essere stato abbattuto da caccia inglesi nell’anno 1942. Tuttavia, pare che le caratteristiche del recente ritrovamento non siano simili all’aereo appena descritto.
Lo studio, coordinato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, come hanno affermato i ricercatori, non ha ancora chiarito diversi punti fondamentali.
Infatti, non si può dire con certezza quale sia il modello, la nazionalità e nemmeno se ci siano possibili resti umani.
Comunque sia, non è da escludere che, all’interno dell’aereo, possano esserci i corpi dell’equipaggio e anche altri residui bellici.
Gregory Alegi, docente di Storia degli Stati Uniti ha affermato che, non dovrebbe trattarsi né di un aereo italiano, né di uno britannico.
Il professore, dunque, ha cercato di fare l’ipotesi più plausibile possibile. Alegi, quindi, ha descritto l’aereo come un bimotore a propulsione radiale caratterizzato da un’ala a forte allungamento.
In secondo luogo, ha supposto che potrebbe trattarsi di un Douglas A.26 Invader, al quale, in effetti, assomiglia molto. Insomma, per ora, le ricerche stanno continuando per riuscire a rispondere a parecchie domande irrisolte.