Si diffonde, sempre di più, la tendenza di mettere in commercio vino in lattina: una scelta che potrebbe essere più frequente in futuro.
Il vino in lattina rappresenta un fenomeno in crescita che fa porre quesiti ai tradizionalisti – che preferiscono consumarlo dalla classica bottiglia in vetro – e, nel contempo, attira i consumatori di stampo più moderno. Scopriamo, dunque, insieme questa tendenza emergente, analizzando i dati di mercato, le conseguenze ambientali e le percezioni del consumatore in merito a questo cambio di rotta concernente il packaging nel quale è contenuta la bevanda.
Il vino in lattina non è una novità assoluta: negli Stati Uniti, ad esempio, è già un prodotto diffuso, che suscita dibattiti tra gli appassionati di tale bevanda alcolica.
Questo formato di vendita, nei fatti, ha una maggiore praticità di consumo, un prezzo più accessibile, esercitando un minore impatto ambientale, rispetto alle tradizionali bottiglie di vetro.
Un recente rapporto di Straits Research ha rivelato dati importanti riguardo a questo segmento di mercato. Nel 2021, il valore complessivo del vino in lattina era stimato a circa 241 milioni di dollari, con previsioni di crescita fino a oltre 725 milioni entro il 2030, grazie a un incremento annuale del 13%.
Questa crescita è incentivata – in particolare – dall’interesse dei consumatori verso prodotti sostenibili, un aspetto sempre più rilevante per i consumatori di oggi.
La sostenibilità è un elemento importante, strettamente legato alla popolarità del vino in lattina. Alcune aziende, come Waitrose, ad esempio, hanno messo in atto diverse iniziative , decidendo -nei fatti – di sostituire formati di vino più piccoli con lattine per ridurre l’impatto ambientale.
Anche personalità influenti nel settore del vino, come Jancis Robinson e Hugh Johnson, hanno esortato l’industria vinicola a utilizzare meno vetro e più contenitori alternativi, per diminuire le emissioni di CO2, soprattutto per quanto concerne il trasporto.
Nonostante questi aspetti positivi, il vino in lattina deve, per forza di cose, affrontare diverse sfide. Una delle principali è la percezione del consumatore.
Secondo un sondaggio condotto dall’Istituto Ehrenberg-Bass per la Fondazione Wolf Blass, riportato da The Drinks Business, la lattina è il formato meno amato dai consumatori.
Ciò fa capire che, nonostante la sua crescita, il vino in lattina potrebbe trovare difficoltà nell’imporsi all’interno del mercato mainstream.
Bisogna considerare che la conservazione del prodotto non va oltre un anno, pertanto diversa rispetto al classico vino che si fa invecchiare nelle botti.
Come vi dicevamo in apertura dell’articolo, alcuni storcono il naso, altri, invece, abbracciano totalmente questa tipologia di cambiamento.
Ad ogni modo, potremmo risolvere la situazione, affermando che ci sono occasioni in cui è meglio utilizzare il classico vino in bottiglia di vetro (pranzo con parenti, cena di lavoro), mentre per altre, si può optare per la lattina, in quanto più pratica (gita fuori casa, ad esempio).