Sapevate che il teschio con le orecchie non è solo una leggenda, ma esiste davvero e si trova a Napoli? Nei stretti vicoli del centro storico di Napoli, tra panni stesi, pizzerie e antiche strade romane, c’è una minuscola chiesa medievale che custodisce uno dei reperti più famosi del mondo: il famoso teschio con le orecchie. Non si conosce l’identità della persona a cui appartiene il cranio che oggi è oggetto di culto popolare e considerato un tramite per l’aldilà. Siete curiosi di sapere dove si trova questa chiesa per poterla visitare e vedere con i vostri occhi che il teschio esiste?
Dove si trova la chiesa di Santa Luciella
Il celebre teschio con le orecchie è conservato nei sotterranei di una piccolissima chiesa napoletana, la chiesa di Santa Luciella che si trova nel vico Santa Luciella, un vicolo che collega San Biagio dei Librai con San Gregorio Armeno (meglio nota come il vicolo dei pastori).
Napoli è piena di chiese e cappelli, ipogei e teschi, ma quello di Santa Luciella è assolutamente unico nel suo genere perché presenta ancora la orecchie.
La chiesa fu fondata nel Trecento da Bartolomeo di Capua e successivamente passò alla corporazione dei pipernieri (ovvero coloro che lavorano il piperno) che decisero di dedicarla a Santa Lucia, protettrice della vista. Nel XVIII secolo fu restaurata in stile barocco e assunse l’aspetto attuale.
La chiesa è rimasta chiusa per decenni e in totale stato di abbandono e degrado. Solo nel 2019, grazie al duro lavoro dell’Associazione Respiriamo Arte, dopo 30 anni di chiusura la chiesa ha riaperto al pubblico.
L’edificio è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18, ma per vedere il teschio con le orecchie bisogna prenotare al +39 331 420 90 45 oppure via email respiriamoarte@gmail.com. Ogni 45 minuti ci sono visite guidate. Il costo della visita è di soli 4€.
La storia del teschio con le orecchie e il culto delle anime pezzentelle
Nell’ipogeo della chiesa di Santa Luciella a Napoli c’è un teschio ribattezzato con le orecchie perché è un rarissimo esempio di cranio con cartilagini mummificate. Non si conosce l’identità della persona a cui apparteneva quel cranio, ma sappiamo che fu una delle 240.000 vittime della terribile peste del Seicento. Sicuramente non si trattava di una persona benestante partenopea, ma di un’anima pezzentella, ovvero di umile popolano gettato in una fossa comune senza una degna sepoltura né un funerale. Secondo la credenza popolare, il teschio è oggetto di dedizione, preghiere e suppliche. Il popolo pensa che si tratta di un tramite dell’aldilà e che ascolta realmente le suppliche delle persone avendo le orecchie.
Sono tanti i fedeli napoletani che credono ancora oggi nel culto delle anime pezzentelle, anche se è stato condannato dalla chiesa come un culto pagano. Consiste nell’adottare un teschio anonimo, uno dei tanti presenti negli ipogei di Napoli, appartenente ad un’anima pezzentella e aiutarla nel passaggio dal Purgatorio al Paradiso attraverso le preghiere. In cambio l’anima fa una grazia alla persona.