Il Giappone è alle prese con l’overturism e così ha deciso di coprire il monte Fuji con una barriera anti-foto.
Nel paesino di Fujikawaguchiko, un tempo famoso per la vista incredibile che offriva sul monte Fuji, tutto è cambiato: i residenti, infatti, hanno raggiunto il limite di tolleranza verso l’incessante afflusso di turisti indisciplinati e così hanno deciso di tutelarsi, in qualche modo, impedendo loro di scattare foto alla famosa vetta, ergendo una barriera che lo copre. Scopriamo, dunque, insieme cosa è successo in Giappone.
Il Monte Fuji coperto da una barriera anti-foto contro l’overturism
Qualche giorno fa, diversi operai hanno installato una barriera lunga 20 metri e alta 2,5 metri davanti a un minimarket della catena Lawson, bloccando la vista del monte Fuji.
Tale mossa ha come obiettivo, dunque, quello di ridurre il numero di visitatori che si fermano per fotografare il paesaggio e che sono pochi rispettosi dell’ambiente, mostrando un atteggiamento irrispettoso ed indisciplinato.
Il provvedimento – d’altronde – fa eco all’indignazione dei cittadini del posto, causata dal comportamento scorretto di molti turisti, che, incuranti della bellezza del posto, lanciavano rifiuti, attraversavano la strada senza tenere conto della segnaletica e parcheggiavano selvaggiamente in zona. Alcuni si spingevano fino a scalare il tetto di uno studio dentistico nelle vicinanze per ottenere una foto più “esclusiva“.
La decisione del comune di Yamanashi
Il comune di Yamanashi ha preso – dunque – tale decisione drastica, che ha suscitato grande interesse, anche sul piano internazionale, come risposta al problema del sovraffollamento turistico.
Il Giappone sta sperimentando le conseguenze di un boom turistico post-pandemico, stimolato da un record di domanda e dal calo storico dello yen. Nei mesi di marzo e aprile, il numero di visitatori ha superato, d’altronde, i tre milioni per la prima volta.
Il monte Fuji, che rimane coperto di neve per la maggior parte dell’anno, infatti, è una delle attrazioni nipponiche più gettonate e, per questo, soggetto ai danni dell’overturism.
Basti pensare che sono oltre 220.000 le persone che si arrampicano sui suoi ripidi pendii tra luglio e settembre. Per gestire la congestione, il governo ha imposto una tassa di 2.000 yen (circa 14 euro) agli escursionisti durante l’estate, limitando l’accesso a 4.000 persone al giorno.
La risposta degli operatori turistici
Negli ultimi, anche gli abitanti di altre località – molto instagrammate – della regione, nelle quali sono inclusi anche i dintorni del cosiddetto Fuji Dream Bridge, hanno espresso la propria frustrazione in merito all’eccessiva presenza di turisti.
C’è da dire, però, che i tour operator non demordono e che, in ta senso, hanno già ideato piani alternativi per continuare a attrarre turisti sul posto, in barba alle opinioni contrarie che tanti abitanti hanno espresso negli ultimi tempi: uno scontro tra vivibilità e turismo che sicuramente continuerà a far parlare anche – e soprattutto – in vista dell’estate.