La ribellione può passare anche dal cibo e dalla cucina: quando il cibo diventa, a tutti gli effetti, una forma di protesta.
Anche se, di solito, concepiamo il cibo come forma di nutrizione, in alcuni contesti sociali e in specifiche epoche della nostra storia, gli alimenti hanno rappresentato uno strumento, molto potente, per protestare per esprimere il proprio dissenso, sul piano economico, sociale e politico. Scopriamo, dunque, come il cibo si può trasformare in una forma di protesta.
Il cibo come forma di protesta
Diverse sono le forme attraverso le quali, nel corso della storia, il cibo è stato utilizzato, come forma di protesta: momenti in cui gli alimenti, dunque, diventano armi di dissenso.
Nel corso della storia, il cibo ha spesso assunto un ruolo rivoluzionario e dissacrante. Un esempio è il famoso aneddoto, probabilmente apocrifo, di Maria Antonietta che avrebbe suggerito ai parigini affamati di mangiare brioche, una risposta che avrebbe, poi, alimentato la rivolta civile.
Al di là degli aneddoti, vi sono molte controversie legate al cibo che, ad esempio, sono connesse, ad esempio, agli improvvisi rincari dei prezzi o delle materie prime, come dimostrato dalle proteste in Tunisia ed Egitto durante la Rivoluzione Araba, che scoppiarono proprio a causa dell’aumento del prezzo del pane.
Il lancio di cibo contro figure pubbliche è una forma di protesta antica e simbolica, come il milkshake che – al tempo – divenne un simbolo di resistenza contro i suprematisti bianchi, come dimostra l’attacco a Nigel Farage. Anche lo stesso lancio delle uova, nel corso del tempo, è stato attuato come forma di dissenso.
Anche in Grecia, inoltre, si sviluppò la pratica del lancio dello yogurt che assunse un forte valore simbolico riprendendo, in sostanza, un modo di esprimere dissenso che ebbe origine in Inghilterra nel corso degli anni ’50.
Sciopero della fame per sostenere una causa pubblica
Al contrario del lancio di cibo, lo sciopero della fame è una forma di protesta che coinvolge direttamente l’individuo e che mette a rischio la propria salute in modo da attirare attenzione su questioni etiche e morali.
Tale metodo è stato adottato da figure storiche come Marion Wallace Dunlop e Bobby Sands, quest’ultimo deceduto dopo 66 giorni di sciopero della fame, diventando un simbolo potente per la causa irlandese.
Infine, possiamo citare anche il boicottaggio messo in atto per gli alimenti confezionati in plastica da parte di Zero Waste, in Spagna, precisamente nel 2019, che dimostrò, per l’appunto, come le scelte di consumo possano far scaturire delle forme di protesta, molto importanti che, nei fatti, possono avere delle importanti conseguenze per le aziende coinvolte nel dissenso espresso da individui ed associazioni.