Ci credereste mai se vi dicessimo che il cibo preferito degli antichi Romani oggi sarebbe illegale da mangiare e si rischierebbe una multa super salata? La sontuosità del banchetto romano è proverbiale. La nostra idea della cucina dell’antica Roma si basa spesso sui favolosi racconti di fastosissime cene come quella di Trimalcione nel Satyricon di Petronio o i proverbiali banchetti “luculliani” oppure sulle complicatissime ricetta di Apicio, cuoco e ricco ghiottone vissuto all’epoca di Tiberio. Proprio prendendo come esempio il suo ricettario, abbiamo scoperto cosa mangiavano gli antichi Romani che oggi sarebbe considerato illegale. Siete curiosi di sapere di cosa si tratta?
I Romani ponevano grande cura a portare a tavola i cibi più raffinati, cercando sempre di sorprendere i commensali col dare alle pietanze l’aspetto di un cibo diverso (ad esempio uccelli con carne di maiale) o riempiendo e cucinando un animale con altri animali o creando dei piatti a sorpresa (ad esempio un uovo di struzzo con beccafichi o un cinghiale pieno di torvi vivi).
L’idea che noi oggi abbiamo del lusso e dell’opulenza della tavola degli antichi Romani non è esagerata né molto lontana della realtà. Basti pensare che c’è chi alimentava le murene con le carni degli schiavi e chi usava l’emetichè per raddoppiare le gioie del pasto.
Secondo Tacito, l’epoca d’oro dell’arte culinaria sarebbe da collocare tra la battaglia di Azio (31 a.C.) e la morte di Nerone (68 d.C.), quando la gastronomia divenne un’arte. A partire dal II sec.a.C. il banchetto divenne una forma di ostentazione di ricchezza delle classi agiate. Oltre ai piatti prelibati, il padrone di casa offriva ai commensali spettacoli di musica e danza, per non parlare dei giochi d’acqua e delle decorazioni floreali.
I Romani più ricchi erano soliti bere in coppe d’oro disprezzando il vetro e non bevevano mai la stessa qualità di vino durante un banchetto. Sono passati alla storia però i banchetti organizzati da Lucullo all’insegna del fasto e della raffinatezza. Il menù solitamente era a base di pasticcio d’ostrica, storioni, murene, tacchini, lepri, pavoni, pernici frigie, dolci e vini di ogni tipo.
A suscitare curiosità è senza dubbio è la carne di fenicottero. Oggi mangiare questo animale è un’azione illegale e si rischia una multa fino a 15.000 €, ma all’epoca dei Romani è del tutto normale nei banchetti sfarzosi organizzati quotidianamente.
Dovete sapere che il lusso gastronomico dominava incontrato a Roma in epoca imperiale. I patrizi gareggiavano tra loro nel farsi costruire in casa enormi piscine dove allevare le murene o pesci esotici che servivano a tavola e voliere dove tenere uccelli che finivano poi sulle loro tavole imbandite.