Nel Medioevo folle di pellegrini percorrevano l’Europa. Il pellegrinaggio segnava la vita delle persone: non solo per il suo significato spirituale, ma anche perché il pellegrino percorreva a piedi migliaia di chilometri e restava in viaggio mesi e anni.
Le grandi mete erano il Santo Sepolcro a Gerusalemme, la Cattedrale di Pietro a Roma e la tomba dell’Apostolo Giacomo a Santiago de Compostela. Ed è proprio ripercorrendo il Cammino di Santiago che ancora oggi possiamo immaginare le emozioni degli antichi pellegrini.
Secondo il Breviario degli Apostoli di San Girolamo, dopo la morte dell’apostolo Giacomo a Gerusalemme, il su corpo venne raccolto dai discepoli Atanasio e Teodoro, i quali lo trasportarono fino alle coste della Galizia, e precisamente nel Porto di Iria Flavia (l’attuale Padròn). Verso l’anno 814 il vescovo Teodomiro venne avvisato dall’eremita Pelagio degli strani giochi di luce e della pioggia di stelle che si verificavano in un pascolo, da allora in poi chiamato Compostela (campo della stella).
Secondo la leggenda, i fuochi celesti segnalavano il luogo di sepoltura dell’apostolo.
La grande scoperta, comunicata dal re asturiano Alfonso II all’imperatore Carlo Magno, suscitò una profonda impressione in tutto il mondo cristiano e non, tanto che venne addirittura registrata nelle cronache arabe dell’epoca. Alfonso II il Casto fece erigere un piccolo santuario di pietra e malta, e l’edificio diventò meta di pellegrinaggio da tutta l’Europa. Con Roma e Gerusalemme, Santiago de Compostela divenne così l’omphalus (ombelico) della cristianità, asse portante del romanico spagnolo, e uno dei grandi fenomeni sociologici della storia medievale europea.
I percorsi possibili del Cammino di Santiago
Scarpe resistenti, giaccone con cintura, mantello e cappello, bastone e una zucca svuotata come borraccia erano l’indispensabile equipaggiamento dei pellegrini di Santiago. Le insegne, il bordone (bastone del pellegrino) e la borsa da cintura consegnati ad ogni pellegrino dalla propria parrocchia, permettevano l’identificazione della loro provenienza e, per loro, la possibilità di utilizzare le agevolazioni disposte lungo il Cammino: alloggio, cibo a buon mercato, assistenza sanitaria e protezione.
In territorio francese, il Cammino di Santiago si divideva in quattro percorsi principali, ai quali confluivano i pellegrini provenienti da tutta Europa e dall’Asia Minore che sono:
- Provenza, che passava da Arles, St. Gilles e Tolosa;
- Massiccio Centrale che, iniziando da Notre-Dame-De-Puy arrivava a Saint-Foy-de-Conques e a Saint Pierre-de-Moissac;
- Limosino e del Périgord che attraversava Vézelay, Saint Leonard e Périgueux;
- Parigi, che passava per Tours, Saint Jean-d’Angely e Bordeaux.
Gli ultimi tre si univano a Ostabat per attraversare i Pirenei passando per Roncisvalle, fino ad arrivare a Pamplona e a Puente La Reina. Il primo invece superava il massiccio pirenaico a Somport e, lasciato Jaca, si univa all’altro all’altezza di Puente la Reina.
A partire da Puente La Reina, il Cammino di Santiago – il cui tracciato ricordava la Via Lattea – seguiva una retta più o meno parallela al versante meridionale della Cordigliera Cantabrica: Estella, Nàjera, Santo Domingo de la Calzada, Belorado, Atapuerca, Castojeriz, Fròmista, Carriòn de los Condes, Sahagùn, Leòn, Astorga, Ponferrada, Villafranca del Bierzo, Puertomarìn e Mellid sono solamente alcuni luoghi del Cammino di Santiago prima di raggiungere Santiago di Compostela.
Le tappe più importanti del Cammino di Santiago
Jaca entrò nella storia grazie al primo re aragonese, Ramiro I, che nel 1054 fece della città la capitale del suo minuscolo regno. Qui sorgono varie costruzioni relative al Cammino, come l’attuale Museo Diocesano o il Monastero Reale delle Benedettine; l’edificio più importante è certamente la Cattedrale di San Pedro, alla quale lavorò un omonimo artista conosciuto come il Maestro di Jaca. La pianta è quella tipica della basilica, a tre navate su pilastri composti terminanti in tre absidi e unite tra loro da un transetto i cui bracci non superano la larghezza delle navate. Facciate, absidi e interno della Cattedrale conservano splendide testimonianze dell’opera scultorea del Maestro di Jaca.
Oltrepassato San Juan de la Pena, il Cammino entra a Sanguesa, dove si può ammirare la splendida facciata della Chiesa di Santa Maria la Real. Segue Puente la Reina, la città situata all’incrocio fra le due vie del Cammino provenienti una da Somport e l’altra da Roncisvalle. Il ponte che ha dato il nome alla città venne costruito nell’XI secolo per ordine di una regina, allo scopo di alleviare le fatiche dei pellegrini che dovevano attraversare il fiume Arga. Il ponte è un capolavoro del romanico e una smentita alle frequenti critiche che giudicano questo stile architettonicamente pesante.
Il Cammino di Santiago passa poi per Estella, seguono Logrono, Santo Domingo e Calzada – con la splendida facciata della Cattedrale – e Burgos.
Un tipico esempio di città sorta lungo il Cammino è Castrojeriz: da una vecchia fortezza di interesse strategico partì una lunga strada ai lati della quale vennero edificati ostelli, ospedali, chiese e botteghe, che diedero ben presto vita a una fiorente cittadina.
Segue Fròmista, dove possiamo ammirare l’eccezionale armonia di proporzioni della Chiesa di San Martìn.
Dopo pochi chilometri troviamo Carrìon de los Condes con la Chiesa di Santiago, sulla cui facciata occidentale appare il Pantocratore, immagine del Cristo ieratico e benedicente, giudice e signore, tipica della pittura bizantina e romana.
Dopo Carrìon viene Sahagùn, dalle profonde radici cristiane.
Arriviamo poi a Leòn, vecchia città romana. Quando venne attraversata dal Cammino di Santiago si riempì di nuove costruzioni come l’ospedale e il convento di San Marcos, la chiesa di Santa Marìa del Mercado o l’attuale Museo Cattedralizio Diocesano.
Lasciata Leòn, il Cammino di Santiago continua verso le dolci terre del Bierzo, dove troviamo Ponferrada, con il castello dei Templari del XII secolo; il monastero di Santa Maria de Carrecedo; le chiese di San Miguel e San Esteban de Corrullòn, e la chiesa di Santiago de Villafranca del Bierzo: tutti edifici emblematici che meritano almeno una visita fugace prima di addentrarsi a Galizia. Qui il Cammino si divideva, e il pellegrino si ritrovava di fronte a due possibilità: il percorso settentrionale, che l’avrebbe portato a Lugo, e quello meridionale, che passava per Sarria.
Poco prima di arrivare a Compostela, i pellegrini si lavavano nelle acque del fiume Lavacolla, a circa 8 chilometri da Santiago. Salivano poi sul monte Gozo, da dove potevano ammirare le torri della cattedrale, e da cui partiva una “corsa sfrenata” verso il Santo Sepolcro dell’apostolo Giacomo.