Sapevi che fare il bagno nel Gange è un rituale vero e proprio? Scopriamo perché e cosa rende molto suggestivo il bagno in questo fiume!
Come è risaputo, il fiume Gange è sacro e vedere come si fa il bagno è un’esperienza indimenticabile. Si tratta di un vero e proprio rituale, molto suggestivo e affascinante, come del resto lo è l’India. Questo paese magico e misterioso ha delle tradizioni particolari, che vale la pena conoscere per coglierne il vero significato. Scopriamo perché fare il bagno rituale nel Gange!
Il fiume Gange è sacro per gli indù e secondo la loro religione rappresenta la dea della purificazione, il cui nome è Ganga. La leggenda narra che questo fiume inizialmente scorreva solo tramite il cielo, ma poi scese sulla terra per volere del re Bhagarathi, che lo usava per lavare le ceneri degli avi.
Durante la discesa, per renderla più morbida, cadde sul capo del dio Shiva, che fece gocciolare le acque dai suoi capelli ricci sulla terra. Da Gomuhk, sgorgano le acque del Gange, una grotta antica ghiacciata situata alle pendici dell’Himalaya.
Il fiume scorre impetuoso percorrendo le colline del Garhwal, e attraversando cedri, rododendri e pini. Dopo essere giunto a Devaprayag, prosegue raggiungendo la città di Haridwar, dove diventare effettivamente il Gange.
Il primo luogo sacro del fiume è proprio Haridawar, dove ogni anno si radunano oltre centomila indù per celebrare la nascita di Madre Gange.
Il percorso del fiume prosegue verso Allahabad, poi si fonde con il fiume Yamuna. Il punto in cui i fiumi si incontrano, chiamato Sangumi, per gli indù è pure sacro. Proprio per questo qui si celebra ogni anno una festa vivace e allegra, con musica e danze, e nomadi che girano per le strade su cammelli ed elefanti addobbati con piume e ornamenti.
La città più sacra del Gange è però Varanasi, che è anche la città più antica dell’India e viene attraversata per tre chilometri dal Gange. Si trovano qui le scale per scendere nelle acque, note come ghats, posizionate ai lati, dove si purificano malati, anziani e pellegrini.
La speranza degli indù è di morire qui, in questo fiume che libera l’anima dal cerchio della vita, e rompe il ciclo delle trasmigrazioni detto Samsara. I morti vengono bruciati su pire di legno nel famoso ghat di Manikarnika.
I pellegrini fanno il bagno rituale nel Gange nella speranza di ottenere la redenzione. Malati e persone sofferenti bevono le sue acque sperando di guarire. Coloro che giungono qui hanno una grande fede nelle proprietà di purificazione del fiume.
A dare alle acque questo potere è la loro freschezza, secondo gli indù, che pensano sia in grado di neutralizzare il maligno. Inoltre, gli indù credono che la cremazione sulle rive del fiume e la dispersione in esso delle ceneri farà liberare l’anima dalla reincarnazione e la farà entrare in paradiso.
Tutte queste credenze si scontrano con il fatto che il Gange è fortemente inquinato. Nonostante ciò, centinaia di milioni di indù sono convinti che questa acqua santa permetta di ottenere il perdono dei peccati. Ecco perché tanti pellegrini giungono al Gange per fare il rituale del bagno!