Andiamo alla scoperta dei liquori e delle bevande da bere, nel momento in cui lo facciamo un viaggio in Grecia.
Di solito, quando pensiamo alla cucina greca ci vengono in mente alcuni dei piatti più famosi, tra i quali possiamo annoverare l’insalata con la feta, lo yogurt greco ma anche il gyros e la moussaka. C’è da dire, però, che in questo Paese è possibile anche assaggiare diverse bevande e liquori molto particolari quando si è in vacanza. Scopriamo, dunque, insieme quali sono.
Tra i liquori e le bevande tipici della Grecia, possiamo annoverare l’Ouzo, uno dei distillati più famosi, che funge da vero e proprio simbolo della Grecia. Si tratta, infatti, di una bevanda alcolica che può avere una gradazione che oscilla tra 38 e 50°. Per questo motivo, di solito, è allungata con l’acqua fredda e cubetti di ghiaccio in modo da poterla assaporare lentamente.
C’è, poi, lo Tsipouro, che consiste in un’acquavite prodotta dalle vinacce, ossia dei residui della lavorazione dell’uva: fino alla fine degli anni 80, consisteva, in sostanza, in un distillato casalingo, quindi privo della qualità che, invece, ottenuto poi negli anni avvenire tanto da diventare un prodotto che frizionare greco.è il prodotto, principalmente, dalla Tessaglia e dalla Macedonia.
Possiamo, poi, al Raki, prodotto sull’isola di Creta: durante il processo di produzione, le vinacce non ottengono l’aggiunta di alcun aroma, pertanto non contengono mai l’anice. Passiamo, poi, alla Mastika prodotta sull’isola di Chio: consiste in un liquore creato con la resina di lentisco, chiamata Mastice di Chio, ingrediente dop. Inoltre, è a base di alcol, a una trasparenza particolare di una gradazione che oscilla tra 26 e 28°.infine può essere bevuto sia liscio che all’interno di cocktail.
Possiamo, poi, al Retsina, un vino bianco o rosato, che, in sostanza, è un vino resinato ossia al mosto d’uva è aggiunta la resina di pino d’Aleppo.
C’è, poi, il caffè greco, che assomiglia un po’ al caffè turco, in quanto i chicchi di caffè macinati sono bolliti nell’acqua all’interno di un pentolino che si chiama briki.
C’è, poi, il frappè caffè, ossia un caffè freddo inventato nel 1957 anche se, nonostante il nome, con il frappè ha poco a che fare, in quanto, in sostanza, si tratta di un caffè lungo, realizzato con la miscela solubile poi shakerato con l’acqua fredda e lo zucchero, in modo da creare, in superficie, una schiuma molto morbida. All’interno, si può aggiungere anche del ghiaccio o del latte.
Di solito, infine, è servito al bar in bicchieri di vetro di grosse dimensioni, ma, in alternativa, lo si può ordinare a domicilio ed arriva in contenitori monouso, caratterizzati da coperchio e cannuccia riciclabili.