Andiamo alla scoperta dei 7 cocktail vietati nell’era del proibizionismo che si possono, però, assaggiare ancora oggi.
Andiamo indietro nel tempo, all’epoca del proibizionismo americano, un periodo in cui tante bevande alcoliche furono proibite. Tra il 1920 e il 1933, il National Prohibition Act proibì la vendita di alcolici negli Stati Uniti, anche se i cocktail continuarono a circolare sottobanco. Scopriamo, dunque, insieme i 7 cocktail dell’era proibizionista che si possono bere ancora oggi,
I cocktail del proibizionismo che si possono assaggiare ancora oggi
Gli speakeasy erano locali clandestini dove, nonostante il divieto, l’alcol scorreva a fiumi. Tali angoli segreti della città, accessibili solo tramite parole d’ordine o segnali specifici, permettevano alle persone di bere, mentre ascoltavano musica jazz tra luci soffuse.
Frequentati da un pubblico variegato, composto da gangster, ma anche da politici di spicco, gli speakeasy erano luoghi di libertà e creatività nonostante le politiche proibizioniste del tempo.
Il divieto ha spinto i bartender a reinventarsi, dando vita ad una nuova era di creatività nel campo dei cocktail. Con l’introduzione di distillati di dubbia qualità, frutto del contrabbando e della contraffazione, gli esperti di mixologia dell’epoca svilupparono ricette in grado di trasformare tali liquori in bevande deliziose e sofisticate, ponendo, dunque, le basi per ‘arte del cocktail moderno.
I 7 cocktail più famosi dell’era della proibizione in USA
Tra i cocktail più famosi dell’era proibizionista che si possono assaggiare ancora oggi, possiamo citare il Southside, cocktail rinfrescante, amato da Al Capone e simbolo dello speakeasy Club 21 di Manhattan: è composto da gin, menta fresca, succo di agrumi e sciroppo di zucchero.
C’è, poi, lo Stinger, composto solamente da cognac e liquore alla menta, ha un sapore semplice, ma intenso. Proseguiamo, poi, con il Boulevardier, un cocktail che fonde l’eleganza europea con lo spirito americano, nato a Parigi ma con un’anima profondamente legata all’epoca del Proibizionismo. È composto da vermouth dolce, bourbon e bitter.
Andiamo avanti, menzionando il Mamie Taylor, drink dimenticato che merita di essere riscoperto, visto che è un alcolico rinfrescante composto da whisky, lime e ginger beer.
Come non menzionare, in tale contesto, il Mary Pickford, che funge da tributo alla famosa attrice, nato a Cuba durante il proibizionismo: è un perfetto connubio tra dolcezza e gusto fruttato, composto da rum bianco, succo d’ananas, granatina e liquore al maraschino.
Da annotare anche il French 75, cocktail che si realizza cn gin, Champagne, succo di limone e zucchero: il suo nome richiama l’artiglieria francese.
Infine, in questa lista, inseriamo anche il Clover Club, cocktail con, alle spalle, una storia affascinante: tale alcolico, infatti, nacque in un club esclusivo per uomini a Philadelphia. La sua ricetta originale prevede l’uso di gin, succo di limone, lampone, sciroppo di zucchero e albume d’uovo, ingredienti che, nei fatti, conferiscono alla bevanda un sapore vellutato.