Gli amaretti sono una ricetta tipica italiana di gustosi biscottini che si possono realizzare in diversi modi a seconda della ricetta regionale, qui vi proponiamo la ricetta classica oltre alla ricetta degli amaretti piemontesi morbidi e degli amaretti lombardi.
Amaretti la ricetta classica
Regionalità: Abruzzo e Molise
Ingredienti
- 2 albumi di uova
- 250 g di zucchero (anche di canna va bene)
- 250 g di farina manitoba
- 250 g di mandorle dolci, tritate finemente
- 2 dl di vino bianco secco
- 2 limoni, al sola scorza grattugiata
- raspatura di cannella, a piacimento
- olio, per ungere la placca
Preparazione degli Amaretti
Sulla spianatoia, disponete la farina aperta a fontana, unite lo zucchero, le mandorle tritate, l raspatura di scorza di limone e di cannella; poi il lievito, gli albumi (precedentemente montati a neve), l’olio e il vino.
Impastate in tutto come al solito, fino ad ottenere un amalgama liscio e omogeneo.
Riducetelo a palline grosse quanto una noce, disponetele su una placca oleata distanziate tra loro, schiacciatele appena e passatele in forno a temperatura bassa (160-170°), lasciandole cuocere per 15 minuti circa. Servite gli amaretti freddi.
Variante
Al posto del vino c’è chi preferisce usare il latte.
Vino consigliato
Alto Tirino Passito
Amaretti ricetta lombarda
Questi dolcetti sono entrati a pieno diritto nella tradizione gastronomica lombarda; vuoi come piacevole fini pasto, vuoi come ingrediente (sbriciolato, pestato, ammorbidito) per il ripieno di alcune paste e per preparare salse.
Sono una riconosciuta specialità di Saronno(Varese), caratteristici per l’involucro a carta colorata a mò di caramella.
Biscotti a base di mandorle,a forma rotonda e schiacciata; preparata in tre diversi tipi: a pasta secca, a pasta morbida e con zucchero in granella.
Ingredienti
- 150 g di mandorle amare
- 150 g di mandorle dolci
- 2 chiare d’uovo
- 400 g di zucchero a velo
Preparazione degli amaretti ricetta lombarda
Dopo aver sbollentato le mandorle, per pelarle asciugatele in forno, quindi tritatele finemente, meglio ancora, pestatele nel mortaio.
Alle mandorle unite le chiare e lo zucchero e lavorate con una frusta fino a ottenere un impasto morbido ma consistente.
Questo spianatelo (dello spessore di 1,5 cm) con il matterello e ritagliatevi, coi bordi di un bicchierino tanti dischetti.
Oppure ne ricavate palline grosse come una noce , da schiacciare e porre, distanti tra loro, sopra una placca da forno, precedentemente, rivestita con carta oleata o carta vegetale. Mettete gli amaretti a cuocere in forno (già riscaldato 170° non ventilato) e dopo 10-12 minuti toglieteli dal forno, lasciateli raffreddare e serviteli.
Molte volte adornano coppe di zabaione o di mascarpone gelato. Se conservati in luogo asciutto resistono a lungo.
Varianti
C’è chi preferisce usare minor quantità di mandorle amare; qui. al gusto di ciascono può variare le proporzioni.
L’aggiunta di scorza di cedro e di limone grattugiati.
Vino consigliato
Moscato liquoroso dell’Oltrepo Pavese
Amaretti piemontesi teneri
Ingredienti
- 100 g di mandorle dolci
- 100 g di mandorle amare
- 100 g di nocciole
- 60 g di “fumetto” di granoturco (polvere di granoturco”
- 30 g di lievito in polvere
- 500 g di zucchero di canna integrale
- 8 albumi
- zucchero a velo
- olio, per ungere la placca del forno
Preparazione degli Amaretti piemontesi teneri
Pesta le mandorle (tritatele e passatele al mixer), già pelate, insieme allo zucchero e alle nocciole, quindi aggiungeteci lo sfarinato di granoturco e il lievito in polvere; mescolate a dovere.
A parte, in una ciotola capiente montate con una frusta gli albumi, unite il composto delle mandorle e mescolate per bene.
Sopra una placca da forno già unta, disponete mucchietti di composto, allineati ma distanti (durante la cottura crescono di volume).
Imbiancatelo con lo zucchero a velo, quindi metteteli nel forno (già caldo sa 200°C) per dorarli.
Toglieteli dal forno e una volta freddi, serviteli.
Vini consigliati da consumare con gli amaretti
Erbaluce di Caluso passito
Il vitigno Erbaluce era conosciuto fin dal medioevo, ma veniva vinificato prevalentemente come passito. Nei primi anni sessanta del XX secolo si iniziò a produrre anche come vino secco.
Ottenne la denominazione di origine controllata nel 1967.
- colore: dal giallo oro all’ambrato scuro -limpidezza brillante.
- odore: profumo delicato, caratteristico.
- sapore: dolce, armonico, pieno e vellutato.