Vista con gli occhi di uno straniero, l’Italia si presenta come una terra prospera di storia ed arte in ogni suo angolo. Monumenti come il Colosseo e la torre di Pisa, le inimitabili calli di Venezia e il mare cristallino del sud sono solo alcune delle immagini universalmente note ed amate del nostro paese e per questo in grado di attirare ogni anno migliaia di turisti da ogni parte del mondo.
Ma non solo: Italia è anche sinonimo universale di buon cibo ed alimentazione sana. Questo grazie alla nostra cultura alimentare che è prevalentemente basata sul modello della dieta mediterranea, instauratasi nella penisola addirittura secoli fa ma riuscendo a resistere fino ai giorni nostri.
I benefici e l’importante valore sociale di connessione con il territorio di questa dieta sono infatti così importanti e riconosciuti da aver meritato, nel novembre 2016, una menzione dall’Unesco che ha deciso di dichiararla patrimonio mondiale dell’umanità.
Essa rappresenta, da un punto di vista prettamente nozionistico, la dieta adottata quotidianamente dalla prevalenza dei popoli che abitano nei paesi che si affacciano il Mar Mediterraneo.
Da un punto di vista alimentare essa si compone da:
Alimento fondamentale è poi un semplice condimento, l’olio di oliva che qui perde la sua marginalità assumendo una importanza centrale. Infine è sicuramente da menzionare il vino come bevanda da accompagnare in ogni pasto, seppure in quantità moderate.
Comprendiamo quindi che, da un punto di vista globale, essa si presenta come nient’altro che una dieta povera di grassi e ricca di vegetali e carboidrati.
Nulla di diverso quindi da ciò che professano la quasi totalità dei dietologi moderni, ed è proprio nella sua semplicità che sta la sua grandezza: questa dieta coniuga infatti un sapere antico che si rivela tutt’oggi attuale realizzandolo grazie ai prodotti tipici del territorio in cui nasce.
Ma vediamo nello specifico alcuni dei benefici che sono stati associati a questa dieta nel corso degli anni e quali sono le loro basi scientifiche partendo da quello più attuale: la prevenzione delle patologie cardiovascolari.Queste sono infatti una delle prime cause di morte nel mondo occidentale, dovute principalmente ad una alimentazione con una eccessiva preponderanza di grassi saturi in grado di depositarsi ed ostruire i vasi sanguigni.
La dieta mediterranea, tagliando il quantitativo di carne rossa diminuisce il consumo del principale elemento che contiene questo tipo di sostanze e li sostituisce invece con i grassi insaturi molto più sani (per altro anche perchè molto utili per il cervello) contenuti nell’olio d’oliva. Allo stesso tempo, l’ampio utilizzo di verdure e vino introduce nell’organismo una serie di sostanza antiossidanti in grado di contrastare l’ossidazione dei grassi che è causa scatenante dell’aterosclerosi.
Ciò ha inoltre un effetto anche contro i radicali liberi che a loro volta sono una delle origini della patologie neoplasica così come della demenza, nella quale l’effetto positivo dell’olio d’olivo sul cervello assume ulteriore importanza.
Tuttavia, così come vale per qualsiasi dieta, anche quella mediterranea presenta a discapito della sua efficacia alcuni punti deboli che hanno portato alcuni studiosi a contestarla e di cui è bene essere a conoscenza. Essi sono dovuti, principalmente, alla carenza di alcune vitamine e sali minerali negli alimenti che la caratterizzano.
Un primo esempio è la carenza di vitamina D: essa può essere prodotta infatti nel nostro corpo in seguito all’esposizione ai raggi solari, ma le popolazioni nordiche che non possiedono questo vantaggio ambientale la ricavano principalmente da latticini di cui la dieta mediterranea consiglia un consumo solo moderato.
Un problema molto più complesso è poi quello dello iodio: questo elemento è infatti fondamentale per tiroide, ghiandola endocrina presente alla base del collo dove viene utilizzato per produrre gli ormoni T3 e T4 a loro volta fondamentali per controllare il metabolismo basale delle cellule (fonte Esamievalori).
Una assenza di iodio sfocia in una produzione insufficiente di questi ormoni e quindi in un metabolismo lento, che si manifesta con il sintomo clinico del gozzo a livello della gola. Ciò è inoltre molto più grave se le carenza si manifesta in gravidanza, dove potrebbe causare danni al feto.
La correlazione alla sua mancanza nella dieta mediterranea è dovuta al fatto che lo iodio si trova scarsamente nella frutta e nella verdura, che abbiamo visto essere gli alimenti preponderanti mentre si trova abbondantemente nei pesci e crostacei ed in misura leggermente inferiore ma significativa nella carne e nei latticini.
Questi, tuttavia, sono alimenti appartenenti nella dieta in misura inferiore rispetto a quella che sarebbe sufficiente a sopperire al fabbisogno di iodio giornaliero.
Un modo per oltrepassare questo problema potrebbe essere, ad esempio, quello di utilizzare sale da cucina arricchito con iodio.
La dieta mediterranea, in conclusione, si presenta quindi come un bagaglio culturale sicuramente importante e dagli enormi benefici ma non rappresenta certo l’elisir di lunga vita: bisogna infatti porre attenzione in modo da accordarla alla propria vita quotidiana nella maniera più adatta alle proprie esigenze ed accompagnandola con uno stile di vita sano sotto molti altri punti di vista.
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