Il tartufo bianco e il tartufo nero sono entrambi dei funghi molto pregiati e apprezzati dal pubblico. Ma quali sono le loro differenze principali? E quale preferire?
Sicuramente conosci già il Tartufo bianco e il Tartufo nero, due prelibatezze culinarie molto simili tra loro. Questi due funghi sono da sempre stati messi a confronto, al fine di individuare quale sia il migliore. Per capirlo, non ci resta che scoprire insieme quali sono le differenze principali tra i due tipi di tartufo e se uno dei due è in grado di primeggiare sull’altro. Ti lascio anche la ricetta della fonduta al Tartufo bianco che consiglio a chiunque voglia preparare un menu originale.
Prima di scoprire quali sono le differenze tra il Tartufo bianco e il Tartufo nero facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento. Il tartufo è conosciuto fin dai tempi antichi, in quanto già nel Medioevo veniva considerato il cibo dei nobili per eccellenza. In seguito con il passare dei secoli, il suo impiego ha occupato un posto d’onore in ogni tipo di cucina mondiale. Gli antichi erano soliti consumare questo fungo in associazione ad altri alimenti, quali cereali e orzo, mentre ai giorni nostri, viene utilizzato come condimento o come tocco estetico per i piatti più prelibati.
Il Tartufo bianco si trova nella zona delle Langhe e del Monferrato, a partire dal mese di settembre. Nonostante l’odore sia particolarmente forte, il suo sapore risulta essere molto tenue e ricorda vagamente quello dello scalogno. Non lasciarti ingannare dal nome: la sua colorazione tende ad essere di tipo giallognolo, non bianca.
Questo tipo di fungo viene spesso utilizzato per decorare altri alimenti come la pasta o la carne, e riesce ad esaltare entrambi nella maggior parte dei piatti. In casi estremi il Tartufo bianco può arrivare a costare fino a 13.000 euro al kg.
Il Tartufo nero invece, tende ad essere disponibile verso la fine di dicembre e può essere consumato anche cotto dopo essere stato condito con olio d’oliva e aglio. L’aspetto esteriore di questo tartufo è nero o grigio e presenta delle strisce bianche che ne indicano la varietà ed il livello di maturità. Contrariamente a quello bianco, l’odore è meno pungente mentre il sapore risulta essere molto intenso.
Viene abbinato ad ogni tipo di portata, partendo dai primi per arrivare ai contorni ed ai secondi, e può essere accompagnato anche a dei crostini o a dei grissini. Il suo costo? Mediamente si aggira tra le 350 € e le 800 € al kg. 00
Secondo quanto riportato dagli esperti, il Tartufo bianco di Alba è la tipologia di tartufo più apprezzata e a seguito della sua rarità, in quanto cresce in particolari terreni e con delle situazioni specifiche, risulta essere più prezioso di quello nero. Anche il prezzo di questo tartufo è molto più alto e spesso la domanda supera l’offerta, soprattutto nei periodi in cui reperire il fungo è molto difficile.
La ricetta della fonduta al tartufo bianco è facile da preparare, l’unica cosa a cui prestare attenzione sono gli ingredienti che devono essere rigorosamente di qualità in particolare per quanto riguarda il tartufo bianco che ti consiglio di acquistare su IlTartufo.com
Quando si chiede ad un esperto quale sia il vino migliore da abbinare a piatti a base di tartufo si possono trovare risposte discordanti a seconda della credenza dell’esperto stesso. In linea di massima con un piatto come la fonduta o come gli gnocchi, dove il calore permette al tartufo di sprigionare tutto il suo profumo, viene consigliato di abbinare un vino intenso e speziato.
Il tartufo bianco si può conservare in un vasetto a chiusura ermetica in frigorifero avvolto in un panno, ma è consigliato consumarlo fresco entro pochi giorni dal suo acquisto.
Un’altro modo di conservazione è di inserirlo in un barattolo col riso e tenerlo sempre in frigorifero, il riso prenderà il sapore del tartufo e lo potrai cucinare così in bianco spolverandovi poi sopra le scaglie del tartufo. Il risultato è garantito non ne resterai deluso.
Se ami il tartufo puoi anche leggere le proprietà del tartufo bianco.