Quanto caldo ha fatto nell’estate del 2022? È questa la frase che si è più sentita dire, con temperature bollenti e siccità, scopriamo allora un tesoro emerso dai fiumi!
La carenza di pioggia e le temperature bollenti hanno portato ad un aumento dei tesoretti archeologici. Ma in che senso? Non tutti si aspettavano che la passata estate portasse con sé un clima incandescente fino a tal punto. Ma il fatto è che, in realtà, a causa di tali temperature sono stati portati numerosi problemi al paese, tra cui quello della siccità.
Non ha piovuto per tanto tempo e l’agricoltura ne ha risentito notevolmente, così come anche la salute delle persone ed il livello delle acque dolci e salate. I fiumi sono stati a lungo in secca, laghi e mari hanno dovuto fare i conti con l’abbassamento del livello delle stesse loro acque ma, tuttavia, nonostante i problemi, c’è stato un risvolto positivo nella vicenda.
Ecco la riscoperta dei tesoretti archeologici nei fiumi
La penisola italiana ha visto un cambiamento climatico repentino durante l’estate 2022. Tanto che vi è stato un fenomeno rilevante, proprio a causa delle tante settimane bollenti e con la siccità dei fiumi. Ciò che ha avuto riscontro positivo è stato il fenomeno davvero eccezionale della riscoperta di tesoretti archeologici.
Sono davvero tantissime le opere che sono spuntate dopo la conseguenza di questo problema, soprattutto all’interno dei maggiori fiumi italiani. Le acque prosciugate quasi totalmente e le sponde decisamente più visibili ad occhio nudo, questo ha portato tesori archeologici scoperti alla luce sul territorio italiano.
Quali sono le opere d’arte venute alla luce dai fiumi?
Se si parte da Roma, i resti che sono emersi di recente sono quelli detti del Ponte Neroniano. Fu proprio l’imperatore Nerone a costruirlo, in modo da garantire un collegamento molto sicuro, più rapido e più agevole.
Ma non parliamo solo della capitale, perché anche la secca del Po ha riportato un semicingolato tedesco derivante, molto probabilmente, dagli anni risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.
Qui non sono mancate nemmeno le verifiche, che di conseguenza hanno riscontrato anche dei resti personali di soldati al loro interno. Così come non è certo mancata la cautela nel conservare il mezzo, affidato poi alla custodia della Soprintendenza di Mantova.
Per concludere sul territorio italiano, se rimaniamo sul Po ma ci spostiamo verso Vercelli, ecco delle altre meraviglie. Tra le quali si sono ritrovati dei blocchi che sembrano essere appartenuti ad un ponte o a bastioni difensivi e poi scoperti da un gruppo di archeologi. Le analisi sembrano collocarli nell’epoca del Medioevo.
Quali altre scoperte archeologiche sono state fatte fuori dall’Italia?
Non solo l’Italia ha visto emergere dei reperti, ma se si va oltre confine ecco che anche in Iraq si sono trovati, grazie ad un’importante campagna di scavo, i resti di una antica città di 3.400 anni fa. Il lavoro che è stato esercitato dal team storico ha potuto ipotizzare che si tratti della città di Zakhiku, fulcro dell’Impero.
Tutti questi ritrovamenti in Italia e al di fuori sono stati splendidi, ma è importante non dimenticare del problema grave della siccità. Perché anche se si riportano a galla numerosi reperti, se la pioggia continuerà di estate in estate ad essere rada, i rischi saranno sempre maggiori innescando gravi danni all’ecosistema.