Un cereale che negli ultimi anni sta trovando un utilizzo sempre più ampio è l’avena. Questo cereale si trova in commercio in molti formati differenti, tra cui farina e fiocchi d’avena. Quali sono le differenze tra i vari formati e come possiamo utilizzarli in cucina? Scopriamolo insieme.
Siamo abituati a chiamare avena il cereale che troviamo in commercio sottoforma di grani, fiocchi o farina. Pochi sanno però che l’avena comune, che solitamente utilizziamo, fa parte di una famiglia che ha circa 50 specie differenti. Fino a qualche decennio fa, questo cereale era impiegato soprattutto per l’alimentazione degli animali come i cavalli. Ma da qualche anno ormai si è andati a riscoprire questo cereale inserendolo nell’alimentazione umana. Effettivamente grazie ad essa è possibile beneficiare di molteplici benefici derivanti soprattutto dalla grande presenza di fibre.
Ha un buon impatto sul senso di sazietà e sul funzionamento del tratto intestinale. Tuttavia in commercio ne troviamo vari formati e non sappiamo quale sia il più giusto scegliere. Di sicuro il formato più conosciuto e utilizzato sono i fiocchi. Ma sempre più spesso troviamo la farina sugli scaffali dei supermercati. Ovviamente siamo tentati di acquistarli entrambi ma, quali differenze ci sono tra i due prodotti, ma soprattutto qual è meglio utilizzare per una corretta alimentazione?
Qualcuno pensa che farina e fiocchi d’avena sono sostanzialmente la stessa cosa. Possiamo dire che questa affermazione non è totalmente corretta per un motivo abbastanza semplice. Spesso la farina viene ricavata dai fiocchi macinati, ma altre volte è ricavata dai chicchi e quindi troviamo nutrienti differenti. A prescindere comunque, la farina è più facile da digerire dei fiocchi, proprio grazie alla macinatura che ottiene. Ma se la farina è ottenuta dalla macinazione, come vengono invece ottenuti i fiocchi?
Tutto nasce dai chicchi che vengono dapprima privati della loro parte esterna che non è commestibile. Otteniamo così la crusca decorticata che è quella che troviamo in commercio sottoforma di chicchi. A questo punto la crusca viene trattata termicamente per eliminare ogni possibilità di far inacidire il vegetale. In seguito si prosegue con un’esposizione al vapore che conferisce morbidezza e malleabilità. Infine vengono sottoposti ad una pressa che li rende sottili, ovvero i fiocchi.
Una delle caratteristiche principali dei fiocchi d’avena è la loro capacità di assorbire i liquidi. Questo li rende ideali per la preparazione del latte d’avena, barrette energetiche, porridge, muesli ma anche per arricchire frullati e centrifugati. La farina invece è priva di glutine e per questo motivo può essere utilizzata come sostituta della farina di grano. Ma attenzione alle proporzioni ma soprattutto all’uno dei panificati. Non contenendo glutine non forma maglia glutinica e quindi va miscelata ad altre farine. Ottima è invece per la creazione di pancake, muffin, plumcake, ma anche per addensare stufati e zuppe.
Dire che un prodotto è meglio dell’altro non è proficuo in questo caso. Più giusto sarebbe dire che tutti i prodotti sono buoni, in modo differente. Che siano farina o fiocchi d’avena è bene introdurli entrambi nella dieta per poter creare una più grande varietà di ricette. Ancora meglio è utilizzare i chicchi per la creazione di zuppe, piatti freddi o prodotti da forno. In questo modo beneficeremo a 360° dell’avena.