Il fico d’india è un frutto che nasce da una pianta grassa composta di pale, in termini tecnici ‘cladodi’, viene preferito da coloro che amano il suo gusto dolce e pastoso, anche se non risulta facilissimo da sbucciare a causa della presenza di spine. Può avere varie tonalità di colore che vanno dal bianco, all’arancio, al viola e ha una forma ovale.
A parte il sapore, il fico d’india è conosciuto per essere un eccezionale antiossidante e avere effetto diuretico. È ricco di potassio e fosforo, oltre a contenere vitamina C.
Non solo utilizzato come alimento
Non tutti sanno che, a parte la possibilità di mangiarlo assoluto o anche trasformato in marmellate, succhi e gelatine, questo frutto ha davvero mille usi. Veniva utilizzato per allevare un parassita: la cocciniglia che una volta essiccata permetteva di estrarre un colorante naturale, il carminio. Ma può essere usato anche insieme a miele e rosso d’uovo contro le scottature o come lubrificante per spostare grossi massi di pietra.
Le sue proprietà terapeutiche
Ma questo frutto ha anche proprietà terapeutiche contro infiammazioni, lussazioni e tonsilliti; può essere utilizzato anche contro la cistite, vista la sua efficacia diuretica; ha funzione astringente ed è quindi un toccasana per fermare la diarrea; ha la capacità di regolare la glicemia.
Può avere un uso prezioso anche nella cosmesi, visto che può essere un ingrediente con il quale produrre creme, shampoo, saponi e sembra abbia la capacità di favorire la crescita dei capelli.
Anche i cladodi sono commestibili
Altra particolarità è che i cladodi ( le cosiddette pale) sulle quali il frutto nasce sono commestibili. Vengono messi sotto aceto o canditi. Esistono, inoltre, vere e proprie ricette per realizzare ottimi pranzetti con le pale di fichi d’india: possono essere saltate in padella con aglio olio, peperoncino e zenzero; mangiate all’insalata; utilizzate per realizzare squisite frittelle o cotolette e anche la rinomata parmigiana di Ponza, proprio perché la ricetta nasce sull’isola pontina.
Ricchi di acqua, potassio, magnesio, calcio e ferro
Mangiare i cladodi corrisponde ad assumere un consistente quantitativo di acqua, e una serie di oligoelementi tra i quali: potassio, magnesio, calcio, ferro e silice e vitamina C. Il succo che si ottiene dalla spremitura delle pale del fico d’india contengono anche aminoacidi, ma anche tiamina, folati, vitamina B6, niacina e riboflavina.
Importante è non eccedere
Nel caso in cui doveste inserire questo frutto o le sue pale nella dieta è opportuno non eccedere, poiché un consumo eccessivo di fichi d’india o cladodi può provocare un blocco intestinale e, quindi, è particolarmente sconsigliato un abuso da parte di coloro che soffrono di diverticolite.