Sta per arrivare la farina di grillo, che potrebbe in futuro essere contenuta in tantissimi alimenti. Come fare? Basta leggere un dettaglio sull’etichetta degli ingredienti.
I primi prodotti a base di farina di grillo stanno per arrivare sugli scaffali dei supermercati e anche dei negozi di vicinato. È quanto enunciato nel regolamento UE numero 5 del 2023.
La materia prima, in modo particolare la polvere sgrassata di acheta domesticus, che è il nome scientifico che viene dato al grillo, è prodotta da Cricket One Co. Ltd, società vietnamita che nel luglio 2019 richiese l’autorizzazione per la commercializzazione alla Commissione UE.
Si tratta di una polvere sgrassata parzialmente, che diventa a tutti gli effetti un nuovo alimento. Da allora il conto alla rovescia è iniziato; i primi produttori sono già al lavoro per mettere in vendita i primi prodotti contenenti questo ingrediente esotico.
I primi due casi vedono coinvolti il fornaio torinese Enrico Murdocco, esperto di lieviti, e un pastificio artigiano operante nel cuneese.
Questi due annunci sono passati alla maggior parte delle persone inosservati, anche sui social media.
Infuria, invece, il fuoco di sbarramento messo su da mesi da parte di complottisti e sedicenti esperti di depopolamento globale.
Un bombardamento mediatico basato su bufale che sta coinvolgendo un po’ tutti: grandi produttori di pasta e prodotti vari da forno, quasi tutti i marchi della distribuzione, persino colossi del settore industriale come FCA.
Tali liste di proscrizione ruotano attorno a gruppi complottisti e pagine Facebook, spesso collegate a canali Telegram dedicati all’argomento, creando un flusso costante di fake news.
La bufala più comune, che è stata trasmessa anche da alcuni programmi televisivi “non allineati”, è che gli insetti e i loro derivati possono essere aggiunti a tutti gli alimenti senza che i consumatori sappiano nulla.
Ci sono coloro che sostengono che la presenza della dicitura “proteine” sta a indicare che tra gli ingredienti siano presenti gli insetti o loro derivati.
Ovviamente le cosiddette “farine proteiche” sono sempre presenti negli elenchi di alimenti che i consumatori dovrebbero evitare a qualsiasi costo, senza considerare che queste proteine vegetali servono per preparare cibi vegetariani e vegani.
Queste bufale sono rinforzate, a volte inconsapevolmente, più spesso deliberatamente, da qualcuno che ignora la materia. La verità è tutt’altra cosa.
In primo luogo, il regolamento UE n. 5 del 2023 afferma che gli alimenti che contengono polvere di grillo vanno indicati sull’etichetta, poiché potrebbero provocare una reazione allergica nelle persone allergiche a molluschi, crostacei e acari.
Pertanto, la presenza di allergeni deve essere determinata. Inoltre, la farina di grillo deve essere chiaramente elencata tra gli ingredienti come richiesto dal Regolamento dell’Unione Europea n. 1169 nel 2011.
La materia prima deve anche descrivere non solo il nome scientifico acheta domesticus, ma anche la definizione italiana di grillo domestico.
I prodotti con farina di grillo costano tanto. Sul sito di Italian Cricket Farm la sola farina viene venduta a 40 euro al kg.
Allo stato attuale, quindi, potrebbe essere acquistata soltanto da ricchi snob che vogliono una valida alternativa alimentare.
La cosa più importante sarebbe, invece, rendere la tabella degli ingredienti maggiormente leggibile, poiché i consumatori italiani sono piuttosto distratti.