Esistono tantissime piante spontanee che crescono ai margini delle strade, nei giardini, nei boschi eccetera. Molte volte, soprattutto quando crescono nel nostro giardino, non conoscendole le eliminiamo ritenendole erbacce. Bene è invece saper riconoscere le erbe spontanee commestibili per poterne beneficiare.
Erbe spontanee commestibili
Molto probabilmente se passeggiamo con i nostri nonni nei campi, vedremo che si inchinano a raccogliere tante piante e le chiamano tutte per nome. Purtroppo la vita frenetica fa si che molti prediligano l’acquisto di erbe commestibili, già pulite e pronte all’uso. Oppure si preferisce optare per prodotti comprati, per non incorrere in errori. Tuttavia ci sono molte erbe spontanee commestibili, che non solo sono buone, ma sono a costo zero. Proprio per questo in passato cera più conoscenza d’esse, mentre oggi si è quasi totalmente persa.
Bene è quindi riscoprire queste erbe spontanee per non sprecarle, ma anche per poterne beneficiare a 360°. Infatti la maggior parte d’esse hanno sapori che ricordano altri vegetali (limone, cetriolo, funghi eccetera). Se parliamo poi di benefici questi sono molteplici. Uno che le accomuna tutte è la totale assenza di pesticidi, esse infatti crescono spontanee senza l’intervento dell’uomo. Vediamo quindi come poter riconoscere alcune di queste erbe spontanee e come possiamo utilizzarle in cucina.
Le specie più diffuse e come riconoscerle
Le erbe spontanee possono essere più o meno diffuse in base al territorio. Ci sono però alcune, presenti pressoché in tutto il territorio italiano, maggiormente in alcune zone più che in altre. Oggi vedremo almeno 4 di queste erbe spontanee che sono commestibili. Vedremo come riconoscerle e come poterle utilizzare in cucina, in modo da beneficiare non solo del costo zero ma anche delle loro molteplici proprietà e gusti.
Partiamo da una delle piante più conosciute e acquistate che potrebbe semplicemente essere colta a costo zero, ovvero la camomilla. Inconfondibili fiorellini bianchi con un cuore di un giallo intenso, molto diffusi nella tarda primavera (Maggio/Giugno). Si raccolgono attraverso semplici ma specifiche tecniche di raccolta. I fiori vanno poi fatti essiccare al sole e solo dopo, possono essere conservati, ma di questo abbiamo parlato meglio già in passato in un articolo tutto dedicato alla camomilla.
Altra pianta molto diffusa ma spesso eliminata come “erbaccia” è l’acetosella. Facile da confondere con il trifoglio ha però delle caratteristiche che la rendono unica e facile da riconoscere. Le sue foglie sono a forma di cuore e ne sono 3 in ogni stelo. I fiori invece sono di un giallo acceso con 5 petali. La pianta va raccolta integramente, radici comprese. Le radici una volta lavate accuratamente, possono essere utilizzate come gli asparagi. Mentre con le foglie si può ottenere una tisana dissetante ( basta bollirle pochi minuti e poi filtrare il tutto). Le foglie possono essere aggiunte alle insalate anche crude, donano un sapore acidulo che ricorda il limone.
Un’altra pianta molto sviluppata è il tarassaco o dente di leone. Molto facile da identificare, si sviluppa con dei fiori gialli con molti petali che poi si trasformano nei “soffioni” che tanto amiamo far volare. Il fiore di tarassaco ha proprietà depurative per questo è molto utilizzato per la preparazione delle tisane. Ultima pianta di cui abbiamo già parlato in passato è l’ortica, non tanto apprezzata per le sue proprietà orticanti, ma utilissima in cucina.