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Food & Drinks - Ricette

Era la bevanda senza alcol più gettonata degli anni ’90: cos’è la Spuma

Andiamo alla scoperta della Spuma, la bevanda senza alcol più in voga ed amata negli anni ’90: storia e curiosità. 

La Spuma, sia nella versione chiara che in quella scura, è una bibita gassata dal fascino retrò che sta riacquistando popolarità negli ultimi anni: è una delle bevande analcoliche più amate e in voga nel corso degli anni ’90, servita nei bar di paese e negli stabilimenti balneari che oggi è protagonista di aperitivi dal sapore nostalgico. Scopriamo, dunque, insieme la storia e qualche curiosità sulla Spuma.

Cos’è la spuma: un tuffo nel passato della bevanda analcolica degli anni ’90

La Spuma può essere considerata una delle bevande più amate dal Dopoguerra, fino agli anni ’90, insieme alla gazzosa, al ginger e alla cedrata. Bisogna sapere, infatti, che la stessa era servita presso gli stabilimenti balneari della costa Adriatica fino ai bar della Sicilia, passando – poi – per le caffetterie toscane.

Tale bevanda analcolica, caratterizzata da un colore giallo paglierino, è composta da acqua gassata, zucchero, caramello in quantità variabili ed aromi che variano a seconda del territorio, tra i quali possiamo annoverare la scorza di limone, l’arancia, il bergamotto e il rabarbaro.

Ogni produttore ha la propria ricetta segreta, come dimostra la selezione delle dieci erbe ad opera dall’azienda Spumador, conosciuta per la “Spuma Nera“, prodotta nel 1938, bevanda caratterizzata da note amarognole, che ricordano quelle del chinotto.

Era la bevanda senza alcol più gettonata degli anni ’90: cos’è la spuma (wineandfoodtour.it)

La Spuma fu ideata nel 1922 da Enrico Paoletti, che lavorava come oste e messo presso il comune di Folignano: l’uomo, infatti, avviò la produzione propria di bibite frizzanti per ovviare alla carenza di gazzosa.

Tra i suoi prodotti, possiamo annoverare la “spuma bionda“, caratterizzata da un sapore dolciastro, derivato dai succhi aromatici importati dalla Sicilia. Dopo il suo successo iniziale e la premiazione all’Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1925, la produzione fu – poi – modernizzata dai suoi figli, che consolidarono, ulteriormente, l’importanza del marchio nel panorama italiano.

La rinascita della bevanda analcolica

Ai giorni nostri, diversi marchi storici – tra i quali possiamo annoverare, per l’appunto, Paoletti e Spumador – continuano a produrre spuma insieme a nuove realtà, come la siciliana Polara, che produce bevande che fanno leva su estratti naturali di rabarbaro e sambuco e la toscana Papini, che utilizza le acque del Monte Amiata.

Tali bevande alcoliche, dunque, ci fanno riscoprire, nei fatti, il sapore antico, legato agli anni della loro creazione, facendoci fare anche un tuffo nel passato più vicino, ossia negli anni 90, permettendoci di assaporare, nostalgicamente, quei periodi, mediante cocktail ed aperitivi che ricalcano, dunque, proprio il trend vintage. Per tale ragione, dunque, che la Spuma sta attirando sempre più persone che amano i sapori di un tempo.

Daniela Caruso

Sono laureata in Culture Digitali e della Comunicazione alla triennale e in Comunicazione Pubblica Sociale e Politica alla magistrale. Da anni, lavoro nel mondo digitale e nell'editoria online. Sono appassionata di viaggi, tecnologia, disegno, manga ed anime, ma anche di lettura e scrittura.