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Le multinazionali sotto accusa – Le multinazionali imputate nel processo sono “l’Associated British Foods, Coca – Cola, Danone, General Mills, Kelloggs, Marte, Mondelez International, Nestlé, PepsiCo e Unilever”. Secondo le analisi condotte da Oxfam, questi marchi emettono ogni anno circa 263,7 milioni di tonnellate di gas serra pari a più di quanto prodotto da Finlandia, Svezia, Danimarca, Norvegia e Islanda. Secondo l’organizzazione le Big 10 – eccetto “poche eccezioni” – “sono
Un’alternativa sarebbe possibile – Oxfam ribadisce infatti che le aziende sarebbero in grado di tagliare le loro emissioni combinate di 80 milioni di tonnellate entro il 2020. Le peggiori in questo senso sono Kelloggs e General Mills, che fra le altre cose “continuano a tollerare nella propria catena di approvvigionamento massicci tassi di deforestazione”, nonostante siano entrambe “altamente vulnerabili agli impatti del clima”.
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Il mondo corre verso un futuro grigio – Il cambiamento climatico sta contribuendo ad un aumento significativo di tempeste, inondazioni, siccità e ad uno spostamento dei modelli meteorologici che causano cattivi raccolti, interruzioni delle forniture e picchi dei prezzi alimentari. Considerando quella che Oxfam chiama “la dimensione umana”, entro il 2050 si potrebbe arrivare ad un picco di 25 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni mal nutriti e portare alla fame 50 milioni di persone.